Il bollettino dei contagi da Coronavirus continua a far segnare numeri alti. C'è timore che si possa arrivare a far sentire la pressione sulle strutture sanitarie e sulla ricettività delle terapie intensive. Guido Bertolaso, ospite di Tagadà, ha criticato aspramente chi, a suo avviso, sarebbe responsabile di una situazione di precarietà in cui l'Italia si trova. Sottolineando come oggi non lo soddisfi il fatto che il Paese sia in una condizione migliore di altre realtà. l'ex capo della Protezione Civile ha lasciato intendere che si sarebbe dovuto operare in maniera tale da essere più pronti in questa fase.
Parole pronunciate sottolineando come tutti sapessero che un rialzo della curva ci sarebbe stato e come forse oggi in lockdown dovrebbe andarci solo chi non si è mosso per tempo.
Tagadà, si parla della situazione generale legata al coronavirus
Oggi tanti esperti rischiano di essere invisi alla popolazione. Virologi ed epidemiologi lanciano grida d'allarme in televisione sottolineando come la situazione, con il passare dei giorni, rischia di farsi complessa e finisca per anticipare l'esigenza di nuove chiusure. Bertolaso li comprende. "Si rendono conto - specifica - che un aspetto decisivo in caso di epidemia è la prevenzione, della quale nessuno si preoccupa. Ed è questo che io rimprovero più di tutto alle nostre istituzioni".
Proprio in relazione a chi, a suo avviso, avrebbe dovuto operare, Bertolaso riserva una metaforica, ma evidente, tirata d'orecchie. "Se sei - specifica - responsabile del Paese e del Governo devi lavorare ogni giorno immaginando lo scenario peggiore che si possa realizzare". "Abbiamo fatto - dice in riferimento all'estate - una sorta di Tana libera tutti: giustissimo per i cittadini, sbagliatissimo per le istituzioni".
Bertolaso si scaglia contro chi non ha provveduto, a suo avviso, a fare ciò che doveva
All'orizzonte si inizia a parlare di una serrata totale. Uno scenario che impaurisce i cittadini e rischierebbe di mettere in ginocchio l'economia. "Io - ha detto - manderei in lockdown quelli che ci hanno portato in queste condizioni oggi.
Ci deve andare chi invece di acquistare i letti di rianimazione il 18 maggio ha fatto il bando di concorso il 2 ottobre".
"Ci deve andare - ha incalzato Bertolaso - chi non si è occupato di prevedere i trasporti per gli studenti, perché sapevamo che l'anno scolastico sarebbe iniziato". "Ci deve andare - ha proseguito - chi non ha saputo comprare i tamponi ed organizzare un sistema di indagine a tappeto su tutti i nostri cittadini". "Ci deve andare chi ha coniato questa app Immuni che sappiamo non funziona per niente".
"Mi pare - ha concluso Bertolaso - ci siano pesanti responsabilità e non mi compiaccio affatto della considerazione che altri paesi stanno peggio di noi".