Nicola Porro nella sua consueta Zuppa di Porro torna a parlare del Dpcm di ottobre. Nel mirino del giornalista e conduttore di Quarta Repubblica finisce una dichiarazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi, quando si parlava delle linee guida che il governo avrebbe impostato riguardo alla presenza di non congiunti a casa, era da subito emerso il dubbio su come si sarebbe provveduto ai controlli. Nel tempo si è scoperto che il Dpcm avrebbe solo "fortemente consigliato" alcuni accorgimenti relativi al numero di persone presenti in un domicilio.
Nicola Porro è, però, tornato su quella che è stata la rassicurazione in merito di Giuseppe Conte. Quest'ultimo aveva fatto presente che non si sarebbe provveduto ad effettuare controlli nelle case con l'ausilio di agenti di polizia o forze dell'ordine in genere. La circostanza ha fatto andare su tutte le furie il giornalista che, nella sua Zuppa di Porro, ha citato l'articolo 14 ed ha usato toni tutt'altro che morbidi nei confronti del presidente del Consiglio.
- Zuppa di Porro con Conte nel mirino per parole su Dpcm
Quello di Nicola Porro è un vero e proprio invito (anche energico) agli italiani a valutare ciò che ha detto il premier. "Toc, toc. Vi rendete conto - chiede il giornalista - di cosa ha detto Conte?".
Il virgolettato del presidente del Consiglio finito nel mirino del conduttore di Quarta Repubblica è quello in cui, in sostanza, dice: "Non manderemo la polizia a casa".
Nicola Porro: 'Avremo un premier che vieterà di fare l'amore'
Chiaro il riferimento al fatto che non ci saranno certo controlli porta a porta. Una precisazione superflua secondo Nicola Porro.
"Un giorno - ironizza - avremo un presidente del Consiglio che dirà che è vietato far l'amore".
Secondo Porro non sarebbe stato necessario arrivare a fare un'esternazione del genere. "L'articolo 14 - tuona il giornalista - dice che nelle case non si può entrare. Sono inviolabili. Non abbiamo bisogno di Conte che ci rassicuri".
"I Carabinieri e i poliziotti - evidenzia Porro - devono inventare una scusa perché non possono violare il domicilio. Dopo il fascismo è stato previsto dalla Costituzione una riserva perchè il domicilio è inviolabile".
Circostanze descritte dal giornalista per evidenziare come anche in situazioni limite e dove un'irruzione di forze dell'ordine sarebbe giustificata dalle contingenze risulta particolarmente difficile avere accesso alle case degli italiani senza oltrepassare i confini delle regole. A tutelare i domicili c'è una norma della Costituzione. Si tratta, come detto, dell'articolo 14 della Costituzione.