Matteo Bassetti ritiene sia stato un “errore” adottare un lockdown così lungo nella primavera scorsa. Il primario del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, è ospite di Dimartedì nella serata del 17 novembre. Il conduttore del talk show di La7, Giovanni Floris, gli domanda la sua opinione sulla affidabilità dei dati sui contagi da Coronavirus, in base ai quali poi si decide se una Regione debba essere gialla, arancione o rossa. E Bassetti coglie l’occasione per invitare tutti a compiere scelte diverse rispetto al recente passato, adottando un sistema più “dinamico”.

Secondo Bassetti, “è molto importante che il sistema sia dinamico, perché per funzionare deve essere così, altrimenti ricommettiamo l’errore, se volete dire, che abbiamo fatto a marzo dove siamo stati chiusi per quasi due mesi e mezzo

Matteo Bassetti ospite di Dimartedì

Parlando del tema della affidabilità dei numeri sui contagi da coronavirus in Italia, Giovanni Floris ricorda che “in statistica si dice che se sbagli i dati in entrata, sbaglierai quelli in uscita. Noi stiamo conoscendo davvero quello che sta succedendo nel Paese? - domanda a Matteo Bassetti il conduttore di Dimartedì - Abbiamo a disposizione dei dati che ci permettono di stabilire quale è la curva reale? E sulla base di quella ogni regione poi va ad agire?”.

L’infettivologo replica dichiarando innanzitutto di condividere quanto appena affermato dal collega Luca Richeldi del Cts sul fatto che “i dati ci sono e quindi, in qualche modo, questi abbiamo e a questi dobbiamo credere”.

Bassetti: ‘Se Regione diventa rossa non torna più indietro’

Secondo Bassetti, però, “è evidente che c’è un ritardo di almeno una o due settimane (per verificare gli effetti delle misure anti coronavirus adottate ndr).

Quindi noi fondamentalmente andiamo a calcolare con un lieve ritardo” quei 21 parametri utilizzati per decidere se una regione debba essere dichiarata rossa, arancione o gialla. L’algoritmo utilizzato per questo scopo, sottolinea Matteo Bassetti, “è stato messo a punto da persone che sono esperte in queste cose”, mentre lui di mestiere fa il medico e si occupa meno di numeri.

Comunque sia, lo considera un “buon sistema”, ma che è importante funzioni sia “in entrata che in uscita”. Nel senso che, spiega, quando i numeri di una regione che si trova in una certa fascia di colore cominciano a migliorare, “allora bisogna fare sì che questo sistema ci riporti indietro”. Perché altrimenti “se una Regione arriva nell’area rossa, rimane nell’area rossa e non torna più indietro”.

L’infettivologo invita a non commettere di nuovo ‘l’errore che abbiamo fatto a marzo’

In merito alle affermazioni di Bassetti sul lockdown totale di marzo, Marco Damilano, direttore de L'Espresso, chiede “È stato un errore quindi chiudere?”. “Allora aspettate, perché Bassetti sostanzialmente lascia intendere, prego Damilano...”, lo sollecita allora Floris.

“...che è stato un errore stare chiusi per due mesi a marzo-aprile?”, completa la domanda il collega. “Il problema è che in quel momento probabilmente non c’era soluzione - precisa allora Bassetti - però, forse, per alcune regioni si poteva anche tornare indietro prima. Attenzione, io dico che abbiamo un lockdown nazionale dove avevamo delle differenze molto importanti tra cinque regioni e il resto dell’Italia. Abbiamo chiuso tutti allo stesso modo, ma ci sono regioni come la Sardegna che praticamente non hanno avuto casi. Probabilmente il lockdown di due mesi e mezzo per la Sardegna poteva non essere utile”.