Con l'aumento dei contagi e il pericoloso innalzarsi dell'Rt, il governo ha elaborato un nuovo Dpcm, volto ad introdurre misure più restrittive rispetto a quelle sancite col provvedimento del 24 ottobre scorso. Tra i vari argomenti la questione degli spostamenti tra regioni, il cui stop era stato definito come quasi scontato dal ministro Speranza, dato che la curva dei contagi continua a crescere in modo presso che inarrestabile. In questi giorni di trattative tra governo e regioni, il presidente Conte ha però riferito alla Camera e al Senato che la chiusura dei confini regionali riguarderà esclusivamente le regioni a rischio, definite come tali sulla base della convergenza di alcuni parametri.
Quando una regione è a rischio
Il 2 novembre Conte ha anticipato che saranno vietati gli spostamenti da e verso regioni a rischio, ovvero quelle che saranno definite zone rosse: è stato infatti modulato un sistema differenziato per gestire l'emergenza che avrà alla base la suddivisione dell'Italia in tre aree di rischio, verde, arancione e rossa. Ogni regione verrà inserita all'interno di una di queste tre categorie, caratterizzate rispettivamente da norme differenti (tra cui la possibilità o meno di spostamento) e sempre più restrittive in base al coefficiente di rischio locale.
Oltre a perseguire il criterio della proporzionalità, come affermato più volte da Conte stesso in riferimento a questa seconda ondata di coronavirus, il governo ha definito, appunto, norme differenziate per le regioni, data la diversità dei vari indici Rt rispetto al valore nazionale fermo a 1,7.
L'inserimento di una regione all'interno dell'area di rischio avverrà attraverso un'ordinanza del ministro Speranza, la decisione non è quindi demandata ai presidenti di Regione; l'inserimento in questione avverrà attraverso una valutazione effettuata sulla convergenza di 21 parametri, tra i quali si annoverano: l'Rt, il numero dei tamponi effettuati, la pressione sul sistema sanitario con terapie intensive e posti letto tenuti costantemente sotto controllo.
Gli spostamenti tra le regioni sono consentiti, quindi, quando queste non siano collocate dal Ministro della Salute all'interno dell'area rossa, ovvero quella che rappresenta un coefficiente di rischio maggiore.
Eccezioni per gli spostamenti
Nonostante la chiusura dei confini delle eventuali regioni a rischio, il Premier ha anticipato che sarà possibile in ogni caso spostarsi da e verso queste regioni per comprovate esigenze lavorative, di studio, di salute o, più in generale, di urgenza.
Nella giornata di oggi lo stesso Conte illustrerà il nuovo Dpcm agli italiani, se ne saprà certamente di più.
Quali sono le regioni a rischio
Allo stato attuale, tra le regioni a rischio sono state individuate innanzitutto Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Valle d'Aosta e Calabria, le più critiche, seguite eventualmente dalla Campania, attualmente in zona arancione. Si prevede, però, che intorno al 26 novembre il tasso di occupazione delle terapie intensive e/o dei ricoveri avrà superato la soglia, stabilita rispettivamente al 30% e al 40%, in molte altre regioni, che potrebbero di conseguenza essere dichiarate zone rosse.