Il discorso di Giuseppe Conte alla Camera provoca una immediata polemica Politica. Nella mattinata di lunedì 18 gennaio, il presidente del Consiglio si presenta a Montecitorio per chiedere la fiducia dei deputati al suo governo, dopo la defezione del partito di Matteo Renzi. Al termine del suo intervento, durato poco meno di un’ora, diversi parlamentari di tutti gli schieramenti prendono la parola per la replica, prima del voto definitivo previsto in serata. Tra questi c’è anche Claudio Borghi. Il deputato leghista punta il dito contro le parole appena pronunciate da Conte.

A suo giudizio, infatti, l’operato del governo giallorosso sarebbe disastroso, soprattutto per quanto riguarda la gestione della pandemia di coronavirus. Ma quando Borghi pronuncia il termine “defecare”, il presidente della Camera, Roberto Fico, è costretto a interromperlo momentaneamente.

La replica di Claudio Borghi alla Camera: ‘Discorso vergognoso’

Prendendo la parola nell’aula della Camera per replicare al discorso di Giuseppe Conte, Claudio Borghi dichiara che, ascoltando le parole appena pronunciate dal premier, se uno non fosse italiano “potrebbe pensare che questo Paese nel mondo sia un esempio”. Borghi si riferisce alla gestione della pandemia di coronavirus, ironizzando sul “governo meraviglioso” che avrebbe risolto tutti i problemi dell’Italia, diventando persino un “modello” a livello globale.

Poi tira fuori un foglietto dove si è segnato dei “dati”. Dati sulla pandemia che rappresenterebbero “morti di persone e morti di imprese”, accusa il fedelissimo di Matteo Salvini.

Borghi prosegue il suo intervento alla Camera

Secondo i numeri riportati da Borghi alla Camera, l’Italia sarebbe prima al mondo per il numero di morti da Covid per milione di abitanti: 1360 gli italiani che hanno perso la vita ogni milione.

Una percentuale superiore anche a Paesi molto criticati come Gran Bretagna, Usa, Svezia e Brasile, spiega il deputato leghista. “Allora di che cosa ci vantiamo”, chiosa alzando il tono della voce. Le critiche di Borghi nei confronti dell’esecutivo proseguono anche sul tema strettamente economico e sul fallimento di migliaia di imprese.

La metafora della ‘casa occupata’ che fa insorgere l’aula e intervenire Fico

Arrivato vicino alla fine del suo intervento, Borghi punta il dito contro Conte: “Io lo so quando lei se ne andrà, quando si sarà reso conto che la montagna di guano accumulata che avete messo sotto il tappeto sarà così enorme da non potersi nascondere. E allora ve ne andrete come chi lascia la casa occupata, dopo aver rubato tutto e dopo aver defecato al centro della stanza”. Parole che fanno insorgere parte dell’emiciclo parlamentare e a cui il presidente Fico cerca di porre un freno chiedendo con decisione al collega di concludere il discorso.