Legalizzare le droghe leggere allo scopo di “togliere spazio alle mafie”. Ad affermarlo non è il solito esponente Radicale, o qualche erede politico di Marco Pannella, ma il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho. Il magistrato è convinto che legalizzando sostanze attualmente illegali come la cannabis, si sottrarrebbero ingenti risorse finanziarie alle organizzazioni criminali che, in questo modo, potrebbero essere combattute con maggior efficacia. De Raho aveva già espresso gli stessi concetti circa un mese fa, di fronte alla commissione Giustizia della Camera.
La teoria di Ciampolillo sulla cannabis efficace contro il coronavirus
Forse grazie alla notorietà raggiunta dal senatore ex M5S Lello Ciampolillo, il tema della legalizzazione delle droghe leggere sembra essere tornato prepotentemente di moda. Ciampolillo, dopo aver votato in extremis la fiducia al governo Conte, è stato preso di mira, sia sui social network che dai suoi avversari politici come Matteo Salvini, per alcune teorie ritenute pseudo scientifiche. Come ad esempio quella che vedrebbe la possibilità di curare il batterio della xylella, che attacca gli alberi di ulivo, con il sapone e con le onde elettromagnetiche. Noto sostenitore della legalizzazione della cannabis, Ciampolillo in un recente passato aveva avanzato la proposta, mai confermata scientificamente, di utilizzare prodotti derivati da questa droga leggera allo scopo di contrastare il coronavirus.
De Raho favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere
Mettendo da parte le infondate teorie di Ciampolillo su cannabis e coronavirus, risulta invece interessante la posizione di Federico Cafiero De Raho. Intervistato dal settimanale l’Espresso, il procuratore nazionale Antimafia non si tira indietro per esporre la sua opinione sulle cosiddette droghe leggere.
“Legalizzarle toglierebbe spazio alle mafie, le norme sono vetuste - dichiara De Raho - in questo modo si sottrae terreno al traffico internazionale e potremmo concentrarci sul livello alto delle organizzazioni criminali”.
Il procuratore Antimafia aveva già espresso la sua opinione sulle droghe leggere
La posizione di Cafiero De Raho sulle droghe leggere non è peraltro inedita.
Il 17 dicembre scorso, infatti, in occasione della sua audizione in commissione Giustizia di Montecitorio, il magistrato aveva dichiarato che il “Traffico nazionale e internazionale costituisce la prima fonte di arricchimento illecito delle organizzazioni criminali del nostro Paese”. Per questo motivo, aveva aggiunto De Raho, “Sarebbe auspicabile un intervento legislativo mirato ad aggiornare in modo organico e sistematico l'intero complesso normativo”. Con la legalizzazione delle droghe leggere, concludeva, “si toglierebbe alla criminalità organizzata una fetta di mercato”.