Il bollettino dei contagi da Coronavirus offre dati che certificano un nuovo rischio emergenza per l'Italia. Diventa, perciò, inevitabile iniziare a pensare a possibili contromisure. In casi simili le scelte volgono sempre verso direzioni precise: limitazione agli spostamenti e chiusure. Una stretta vera e propria che potrebbe scattare qualora la situazione dovesse diventare a rischio. E le nuove restrizioni potrebbero essere determinate da due livelli di azione.
Diverse regioni verso il cambio di colore
La prima è, di fatto, determinata dal nuovo Dpcm. Quello che andrà in vigore a partire dal prossimo 6 marzo e andrà in scadenza il 6 aprile.
Quello che il provvedimento fa è prorogare la divisione del Paese in fasce, colorate in base alla situazione epidemiologica.
E all'orizzonte c'è un Italia che sarà sempre meno gialla e sempre più arancione, in qualche caso arancione scuro e rossa. Già nelle prossime ore dovrebbe maturare il passaggio di alcune regioni a colori diversi. Le ordinanze del Ministero della Salute, che con l'avvento del governo Draghi, andranno in vigore a partire dal lunedì potrebbero portare diversi territori in rosso o in arancione.
A rischiare la zona rossa, secondo le informazioni riportate da diversi media, ci sono la Lombardia, la Toscana, la Campania e l'Emilia Romagna. Regioni grandi ed importanti che, di fatto, volgono verso uno scenario dove il livello delle restrizioni è quasi ai livelli lockdown dello scorso marzo.
Tutte le attività non essenziali sono chiuse egli spostamenti limitati ai comprovati motivi autocertificabili. Lazio, Veneto, Calabria e Puglia potrebbero finire in zona arancione. Chiusi, dunque, bar e ristoranti (restano asporto e consegna a domicilio) ma soprattutto limitati gli spostamenti entro i confini comunali. Con le poche deroghe note, come ad esempio quelle per chi vive in comuni con meno di 5000 abitanti e si può muovere entro 30 chilometri senza raggiungere il capoluogo di provincia.
I provvedimenti eventuali comunque saranno noti prima del fine settimana e saranno validi a partire dall'8 marzo. Non bisogna, inoltre, dimenticare come in diverse regioni esistano territori circoscritti dove il livello delle restrizioni si innalza, per effetto della constatazione di situazioni epidemiologiche preoccupanti.
Nuovo Dpcm: ipotesi soglia critica e coprifuoco anticipato
C'è il timore che presto la situazione possa farsi addirittura più complicata. L'ipotesi che che si inizia valutare è che si possa ritornare ad avere 40.000 casi al giorno. Una soglia critica che, secondo il Corriere della Sera, potrebbe determinare restrizioni aggiuntive a quelle disposte dal nuovo Dpcm. Si parla, ad esempio, di un coprifuoco anticipato. Oggi c'è il divieto di circolare, senza comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, dalle 22 alle 5.
Si ipotizza, inoltre, che con l'ausilio degli enti locali e di tutte realtà che possono avere contezza delle situazioni epidemiologiche si possa arrivare all'attuazione di misure verso zone limitate in grado di rappresentare pericolosi focolai.
Zone in cui si arriverebbe a chiudere praticamente tutto, con ristori alle attività danneggiate dalle misure per tutelare la salute pubbliche. L'obiettivo è, ovviamente, fare in modo che la propagazione del contagio non porti a generare forti pressioni sui sistemi sanitari.