La bozza del dpcm sul Green Pass, obbligatorio sul luogo di lavoro dal 15 ottobre, prevede la possibilità dei datori di effettuare il controllo anche in anticipo ma non prima di 48 ore. Il Ministero della Salute renderà inoltre disponibile un pacchetto di applicazioni che consentirà una verifica ‘automatizzata e quotidiana’. In caso di ritardi della piattaforma nazionale Dgc varranno anche le certificazioni cartacee. Il Dpcm in questione riguarda anche gli italiani che si sono vaccinati all’estero.

Verifiche anche 48 ore prima e pacchetto di applicazioni del Ministero della Salute

Per fronteggiare le necessità organizzative, come quelle causate dalle turnazioni o connesse all’erogazione dei servizi essenziali, il Green Pass potrà essere richiesto ai lavoratori ‘con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore’. Al fine di ottenere una verifica 'automatizzata e giornaliera', il Ministero della Salute metterà a disposizione un 'pacchetto di applicazioni open source da integrare ai sistemi di controllo posti agli accessi'.

Sistema valido anche per gli italiani vaccinati all’estero, buono il cartaceo in caso di ritardi

Tramite tessera sanitaria saranno acquisite anche le informazioni relative alle vaccinazioni effettuate all’estero da parte dei cittadini italiani e dei loro familiari conviventi, e più nello specifico ‘dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde in Italia’ per avere accesso al lavoro.

La bozza prevede inoltre la possibilità per i lavoratori di mostrare certificazioni cartacee rilasciate dalle strutture sanitarie, dalle farmacie o dai medici nel caso di ritardi della piattaforma nazionale Dgc. Da ultimo il dpcm prevede l’esplicito divieto di trattenere il Qr Code delle certificazioni verificate con App e di utilizzare le informazioni da esso derivanti per finalità diverse dall’ingresso al lavoro.

La notizia a pochi giorni di distanza dalle Proteste no-green pass

La notizia arriva a pochi giorni di distanza dai violenti scontri di Roma e la conseguente polemica nata attorno al movimento di estrema destra Forza Nuova che ha assaltato la sede della Cgil. A Bologna invece, durante una manifestazione in Piazza Maggiore, Silvia, studentessa di venti anni dell’Università di Bologna ha raccontato di essere stata allontanata dalla lezione perché sprovvista di Green-pass.

La ragazza si è rifiutata di uscire costringendo così i professori ad annullare la lezione. La decisione della docente ha scatenato le proteste degli altri studenti favorevoli alla certificazione verde e che chiedevano la continuazione delle lezioni: ‘Urla, insulti, pretese da parte dei pendolari di essere rimborsati del costo dei biglietti’ è quello che ha raccontato la studentessa.