Indagine in corso a Milano: secondo la pm Cristiana Roveda e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, avrebbe fatto pressioni su alcuni suoi parlamentari per favorire Vincenzo Onorato, patron di Moby e suo amico di vecchia data.

La prima uscita di Beppe Grillo a sostegno di Onorato risale al 2018, quando sul suo blog scriveva: "Vincenzo Onorato, armatore partenopeo, si sta battendo anima e cuore per salvaguardare i diritti dei nostri marittimi". Ma per i pm, l'ex comico "lavorava" sottobanco per Onorato da mesi, e l'accusa mossa è di traffico d'influenze illecite.

Inchiesta Grillo-Onorato, ecco cosa ha scatenato le indagini

I sospetti degli inquirenti sono nati a seguito della cifra considerevole che il patron di Moby aveva pagato a Grillo per acquistare spazi pubblicitari sul suo blog.

Analizzando le chat e lo scambio di e-mail tra Onorato e Grillo sempre in quel periodo, è emerso che l'armatore avrebbe inoltrato all'ex comico alcune richieste relative a interventi normativi e al rinnovo delle concessioni a favore della sua società. Grillo, poi, avrebbe veicolato queste richieste in parte tramite parlamentari del Movimento 5 Stelle e in parte direttamente ai ministeri competenti, ossia al ministero dei Trasporti, all'epoca diretto da Danilo Toninelli e al ministero dello Sviluppo economico, a cavallo tra la gestione di Luigi di Maio e Stefano Patuanelli.

Secondo gli investigatori, l'interessamento dell'ex comico a favorire l'amico armatore non sarebbe stato gratis e così, nella giornata di ieri, la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi delle società di Grillo, la Casaleggio Associati e la sede della Moby. Dalle indagini è emerso che la società di Grillo, tra marzo 2018 e febbraio 2020, avrebbe ricevuto dalla Moby 240 mila euro.

Questa movimentazione di denaro è stata giustificata come corrispettivo di un accordo che prevedeva la diffusione sui canali virtuali di contenuti appartenenti al marchio Moby.

Per gli inquirenti l'entità degli importi non sarebbe giustificata

Per l'accusa, l'entità degli importi versati da Onorato a Grillo non è proporzionata all'attività che poi sarebbe stata svolta nel concreto.

Inoltre fra le richieste di interventi legislativi che l'ex comico genovese avrebbe veicolato - e che sono emerse dall'analisi delle chat ed e-mail -, ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, ci sarebbe anche una "pressione" per l'entrata in vigore dell'emendamento Cociancich, grazie al quale sono stati limitati i benefici fiscali del Registro Internazionale alle navi che imbarcano equipaggio esclusivamente italiano, benefici di cui avrebbe goduto anche la Moby.

Al centro dell'inchiesta c'è anche il contratto che Moby ha sottoscritto con la Casaleggio Associati: si parla di 600 mila euro annui per la realizzazione di un piano strategico che sensibilizzasse l'opinione pubblica e stakeholder. Secondo quando trapelato, anche Davide Casaleggio sarebbe stato citato nelle chat, ma attualmente non risulta indagato.