Come ogni anno, domenica numerosi militanti di destra fascisti si sono ritrovati per ricordare le vittime di Acca Larentia, tre militanti di estrema destra uccisi nel 1978 nella via di Roma da cui prende il nome la vicenda. Dopo la deposizione di alcune corone di fiori sul luogo dell'omicidio, le decine e decine di militanti fascisti hanno proseguito la manifestazione con saluti romani, esortazioni fasciste e bandiere nere con una croce celtica bianca.
Su questa vicenda si sono scontrate la maggioranza in difficoltà e le opposizioni compatte, ma adesso interverrà anche la Procura di Roma.
Le opposizioni compatte
Dopo l'intervento di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che aveva annunciato un'interrogazione al ministro Matteo Piantedosi, del caso si era occupato anche il leader di Azione, Carlo Calenda, che aveva definito quanto successo domenica "una vergogna inaccettabile in una democrazia europea", mentre Matteo Renzi di Italia Viva aveva richiamato all'ordine la premier Giorgia Meloni, invitandola a esprimersi sull'accaduto.
Il segretario di +Europa Riccardo Magi aveva sottolineato la differenza di trattamento tra il loggionista che alla Scala aveva gridato "Viva l'Italia antifascista!" (venendo immediatamente identificato) e i protagonisti del saluto romano di Acca Larentia, come fatto poi anche dalla dem Laura Boldrini.
Alla polemica si iscrivono anche i Verdi, per bocca di Angelo Bonelli che, sottolineando l'importanza di tenere alta la guardia contro il pericolo di una deriva fascista, ha annunciato a sua volta un'interrogazione al ministro Piantedosi sull'argomento.
Acca Larentia, la risposta della maggioranza
Naturalmente non sono mancate le risposte da parte della destra di governo.
A partire dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha posto l'accento sulla necessità di ricordare i fatti di Acca Larentia per evitare che possano ripetersi. Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, chiede invece che le vittime della strage di Acca Larentia vengano ricordate al pari di quelle di altri colori politici.
Chi, da parte della maggioranza, pone invece l'accento su quanto è accaduto alla commemorazione di domenica è il segretario di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani, che ricorda come sia un reato l'apologia del fascismo e sottolinea l'importanza di condannare chi eventualmente vi abbia preso parte. L'altro vicepremier, Matteo Salvini della Lega, non si è invece espresso nel merito dei saluti romani alla commemorazione di Acca Larentia, affermando - piuttosto - che il dibattito su fascismo sia superato e che bisogna guardare al futuro.
La Russa su Acca Larentia: la commemorazione non è apologia
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, esponente di FdI, ha sottolineato l'estraneità del partito che rappresenta dai fatti della scorsa domenica.
La seconda carica dello Stato ha poi voluto dire come, a distanza di 46 anni dalla strage di Acca Larentia, le vittime non abbiano ancora avuto giustizia, ma soprattutto esprime anche la sua idea sul saluto romano, dicendo che non sempre sia considerabile un reato: "Finora ci sono state sentenze contrastanti sul fatto che il saluto romano in occasione di celebrazioni di persone decedute sia reato oppure no. Per alcune sentenze della Cassazione non era reato, per altre invece sì" ha affermato La Russa, che ha sottolineato l'importanza di avere sul tema sentenze chiare.
Acca Larentia, i fatti del 1978 e la manifestazione di domenica
Nel 1978, il 7 gennaio, Acca Larentia divenne nota per un episodio di violenza Politica: un commando armato aprì infatti il fuoco contro i giovani militanti del Movimento Sociale Italiano (che lì aveva la sua sede) e tre di questi persero la vita.
Franco Bigonzetti, 20 anni, e Francesco Ciavatta, 18enne, morirono subito, mentre Stefano Recchioni, anch'egli ventenne, perse la vita nel corso di una manifestazione di protesta indetta immediatamente dopo l'attentato.
A rivendicare l'attentato di Acca Larentia, qualche giorno dopo, furono gli esponenti dei Nuclei armati per il Contropotere Territoriale, un'organizzazione terroristica di sinistra.
La palla passa alla Procura
Ora, oltre alla bagarre politica che ne è montata, interverranno anche i magistrati. Quanto accaduto durante la manifestazione è finito infatti all'attenzione della Procura di Roma, che nei prossimi giorni riceverà un'informativa della Digos, alle prese con le riprese della Polizia scientifica per identificare i manifestanti. Dopodiché la Procura potrà valutare se aprire formalmente un fascicolo di indagine.