Il mondo degli affitti brevi è in fermento per una nuova disposizione del Viminale la quale mira a rafforzare il controllo sulle strutture ricettive. Dopo le nuove normative che regolano il codice stradale, arriva una nuova stretta del governo, questa volta su affitti brevi e hospitality. La circolare emessa dal Ministero dell'Interno chiarisce che l'identificazione automatizzata e da remoto degli ospiti, attraverso sistemi come il self-check-in e le key-box, non è conforme alle normative vigenti. Questo avviso segna una battuta d'arresto per molte pratiche diffuse, che hanno reso più semplice e veloce l'accesso alle strutture per i turisti, ma ora vengono ritenute insufficienti per garantire la sicurezza e l'osservanza delle leggi.

La circolare del Ministero

La nuova linea guida stabilisce che i gestori degli affitti brevi sono obbligati a verificare l'identità degli ospiti attraverso il documento d'identità in modo diretto. I sistemi che consentono agli ospiti di ritirare le chiavi senza interazione con il proprietario o un incaricato, come le key-box, non sono ritenuti adeguati per rispettare le leggi sulla registrazione degli ospiti e il controllo della loro identità. In sostanza, la circolare impone che l'accoglienza avvenga solo dopo che il gestore ha fisicamente visto e registrato il documento di identità dell'ospite, come previsto dalla legge per tutte le strutture ricettive.

Questa stretta ha come obiettivo primario la lotta contro la criminalità e il terrorismo, ma anche il miglioramento della tracciabilità degli ospiti.

La normativa in vigore, infatti, obbliga i gestori di affitti brevi a comunicare tempestivamente alle autorità di pubblica sicurezza i dati degli ospiti, in modo che siano prontamente disponibili in caso di necessità. La verifica diretta dei documenti diventa così una misura fondamentale per la sicurezza pubblica.

Le implicazioni per i gestori di strutture ricettive sono significative.

Chi non si adegua rischia di incorrere in sanzioni e, nei casi più gravi, di vedersi sospesa l'attività. Molti operatori del settore, che hanno basato la loro attività proprio sulla facilità di accesso tramite sistemi automatizzati, ora devono ripensare le modalità di accoglienza, prevedendo l'incontro fisico con i clienti per il controllo dei documenti.

Secondo le associazioni di settore, questo comporterà un aumento delle risorse necessarie per gestire gli arrivi e, per alcuni, potrebbe significare anche una diminuzione della flessibilità che ha reso gli affitti brevi tanto popolari.

Tuttavia, il Ministero dell'Interno ha giustificato la decisione come necessaria per garantire un controllo più rigoroso sull’identità degli ospiti e per allineare le strutture ricettive alle leggi italiane in materia di sicurezza. L'intento è quello di limitare l'uso di sistemi di check-in che potrebbero risultare vulnerabili a falsificazioni o a transazioni illecite, migliorando così la tracciabilità delle persone che soggiornano nel nostro paese, anche in vista delle celebrazioni del Giubileo, che secondo le stime, porterà in Italia 30-35 milioni di turisti,

Cosa sono le key-box

Le key-box hanno guadagnato popolarità per la loro praticità permettendo agli ospiti di ritirare autonomamente le chiavi senza doversi incontrare con il proprietario.

Questi dispositivi, spesso utilizzati in contesti di affitti brevi o case vacanza, permettono agli ospiti di entrare nella struttura senza fornire una documentazione fisica dell’identità in quanto le chiavi dell'appartamento affittato vengono ritirate all'arrivo e poi depositate alla partenza in un'apposita scatola esterna munita di combinazione.