La Terra dei Fuochi non è soltanto un problema di Napoli, anche Roma ha la sua bella discarica di rifiuti tossici e si trova nella periferia Sud della Capitale. A qualche chilometro di distanza dalla Collina della Pace con 1.300 mq di verde, c'è un altro luogo dove l'erbanon cresce e l'aria è irrespirabile.

Discarica a cielo aperto

Via Rocca Cencia è la strada che collega Via Casilina e Via Prenestina Nuova. A metà strada c'è Via Sant'Alessio in Aspromonte: un chilometro di asfalto costeggiato da secolari pini in duplice fila. In questa via, di poesia ne troviamo ben poca se si pensa che ai piedi degli alberi ogni giorno vengono scaricati metri cubi di rifiuti.

Passeggiando lungo il rettilineo si viene colti da un odore acre.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto che anche il VI Municipio di Roma può vantare la sua Terra dei Fuochi. Questa zona, in realtà, è una bomba ad orologeria: prima o poi gli abitanti del posto dovranno fare i conti con una realtà più severa di quella che si vive quotidianamente. Qualche centinaio di metri più avanti, proseguendo per Via Rocca Cencia, c'è lo stabilimento di Ama Spa e a dieci metri in linea d'aria ci sono le abitazioni. Da tempo la popolazione sta chiedendo la chiusura dell'edificio, perché purtroppo ci sono giorni che dall'inceneritore esce un odore sgradevole che si diffonde nell'aria e a volte (secondo la direzione che tira il vento) si avverte anche nei quartieri di Castelverde, Ponte di Nona, Lunghezza.

Ad aprile è intervenuta la Guardia Forestale che ha sequestrato in Via Sant'Alessio in Aspromonte una superficie di 800 mq contenenti un cumulo di rifiuti pari a 1.200 metri cubi. Durante il controllo è stato rinvenuto di tutto: ethernit, contenitori per vernici, plastica, materiali da costruzioniescarti industriali.

A preoccupare sono i campi agricoli ubicatinelle vicinanze e i prati che vengono utilizzati per portare al pascolo gli animali.

È una zona di campagna dove la mano dell'uomosta mettendo a rischio anche l'integrità delle colture. L'immondizia è presente ovunque, le cunette dove dovrebbe scolare l'acqua piovana sono intasate dalla vegetazione spontanea e dalle buste della spazzatura, probabilmente lanciate dal finestrino delle auto in corsa. Al degrado ambientale si aggiunge anche l'inciviltà dell'essere umano che fa fatica a capire che prima o poi nella vita tutto ritorna indietro.