Gli studenti di "Scomodo", giornale dei licei della capitale, hanno occupato questa mattina l'Auditorium Albergotti in via Albergotti, a due passi dalla fermata Cornelia della Metro A, e confinante con la Pineta Sacchetti. Dopo poche ore, l'intervento delle forze dell'ordine ha fermato l'iniziativa degli studenti che hanno voluto denunciare lo stato di abbandono dell'opera pubblica.
Le motivazioni degli studenti
"Crediamo nell'importanza di una cultura accessibile a tutte e tutti, e nella necessità per ogni contesto sociale di avere luoghi di aggregazione e socialità - così scrivono gli studenti di "Scomodo" - nei quali far coesistere ogni forma d'arte a beneficio esclusivo della collettività".
Queste sono le motivazioni che hanno portato gli studenti di "Scomodo" ad "aprire" per qualche ora l'Auditorium Albergotti. Parliamo di uno spazio chiuso da 13 anni, per il quale sono stati spesi più di un milione e 600mila euro. È stato costruito nel 2003, quando il municipio presieduto da Vincenzo Fratta ha vinto un bando della provincia per la costruzione di opere di interesse pubblico. Un polo artistico e culturale con circa 200 posti, dotato di un sistema acustico e un impianto di illuminazione all'avanguardia, adatto a concerti, spettacoli teatrali e musica dal vivo.
"Questa giornata infatti non solo vuole denunciare la lentezza infinita dei lavori che costringono chiuso uno spazio potenzialmente fruibile da anni - proseguono in una nota gli studenti di "Scomodo" - Vogliamo, sensibilizzando la cittadinanza circa la storia emblematica e incredibile dell’Auditorium Albergotti, dimostrare come, in caso di apertura (millantata da mesi ma di cui ancora non si hanno notizie precise), sia di fondamentale importanza una programmazione inclusiva, vicina alle esigenze dei giovani e del territorio".
Le prossime iniziative
I ragazzi di "Scomodo" hanno appena pubblicato il numero 0 del proprio giornale e sono reduci dalla prima delle "Notti Scomode", serate organizzate per valorizzare i luoghi della città: "Per noi è l’inizio di un percorso che, insieme alle Notti Scomode, cercherà di denunciare lo stato di abbandono e la mala gestione di alcuni luoghi di Roma, mettendoli in luce, interagendo con il territorio, sensibilizzando la cittadinanza e gli studenti e proponendo al contempo un nuovo modello di esercizio dei luoghi pubblici per avviare un processo che restituisca alla collettività ciò che le appartiene". Nei prossimi mesi sentiremo ancora parlare di questi ragazzi.