Strane coincidenze. Le indagini della Finanza in merito a questa vicenda iniziarono in realtà ben due anni fa, precisamente da parte del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, in seguito a incendi spontanei verificati, con "sospetta frequenza" sui mezzi che effettuavano il loro servizio di trasporto, spesso addirittura con i passeggeri a bordo e quindi costretti a evacuare il mezzo con fretta e spavento. I primi a incuriosirsi di queste strane coincidenze sono proprio gli amministratori dell'azienda del trasporto regionale, che nonostante le ingenti spese di gestione, vedono i soldi della manutenzione andare letteralmente...in fumo.

Le intercettazioni. Effettivamente, le intercettazioni delle Fiamme Gialle, smascherano un sistema "truffaldino", volto a intascare i soldi di riparazioni che in realtà non sono mai state effettuate: a volte i pezzi di ricambio venivano acquistati come nuovi ma erano già usati e usurati, altre volte i pezzi nuovi non arrivavano mai all'azienda che li acquistava, ma rimanevano in attesa di un altro compratore, raddoppiandone quindi il ricavo. Discorso a parte invece va fatto per le revisioni dei cronotachigrafi (utilizzati a tenere sotto controllo i km percorsi dagli autisti), smascherate attraverso il sistema satellitare che geolocalizza i vari mezzi: almeno 1400 vetture, praticamente l'intera flotta della Cotral, risultavano ferme in deposito o peggio in servizio, durante le giornate in cui avrebbero dovuto effettuare manutenzione e controlli.

"Iene e talpe". Queste false manutenzioni non avrebbero potuto far arricchire gli sciacalli di questa risorsa pubblica, considerata da alcuni indagati un "pozzo senza fondo", se non fosse per la collaborazione di alcuni dipendenti aziendali che per i loro interessi personali, favorivano questa connivenza falsificando le verifiche che puntualmente venivano effettuate da parte dell'azienda.

Altri, venuti a conoscenza delle indagini, hanno cercato di allertare le persone coinvolte nell'inchiesta, commettendo anche loro un reato: rivelazione di segreto. Il meccanismo funzionava soprattutto grazie a irregolarità e omissioni che secondo il gip Massimo Battisti erano "la norma e non l'eccezione" dando vita ad una "organizzazione fondata sulla connivenza di tutti i concorrenti, esterni ed interni all'azienda, dirigenti compresi".

"Bisogna rubà nei modi giusti". Queste sono le parole forse più emblematiche trapelate dalle registrazioni dell'arrestato Mauro Valentini rivolte alla sua segretaria, che per tutta risposta rivela "Le testine dell'avantreno sò state verniciate da noi e se vede da otto chilometri"; e ancora "Ma se tu ce metti "revisionata", almeno daglie 'na pulita!". Ignari di essere sotto inchiesta i soggetti coinvolti si curano poco di occultare il loro vocabolario, parlando tranquillamente anche di vernici, pezzi di ricambio e disservizi a scuole aperte, affinché le istituzioni sollecitassero nuovi interventi di manutenzione.

Sicurezza stradale. Come se non bastasse, oltre agli incendi già citati, spesso la manutenzione fantasma veniva "effettuata" anche sui sistemi frenanti delle vetture, mettendo seriamente in pericolo tutti i passeggeri, autista compreso.

Il pericolo, inoltre, era di tutta la popolazione vista la frequenza con cui questi mezzi percorrono quotidianamente le strade più trafficate di tutta la regione.

Il bicchiere mezzo pieno. In tutta questa vicenda è difficile non farsi sopraffare dalla rabbia e dalla delusione, se non fosse che almeno, grazie a queste indagini, forse la manutenzione dei vari mezzi verrà di nuovo effettuata, realmente; inoltre la Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro beni per un valore complessivo di #91.000 euro, che appartenevano alle ditte appaltatrici della manutenzione dei veicoli e dei cronotachigrafi; si tratta infatti della somma sborsata durante gli anni dall'azienda di trasporti per i "servizi fantasma" e che forse con un po' di pazienza contribuenti e viaggiatori vedranno reinvestire sui trasporti pubblici.