Nelle ultime ore Young Signorino è tornato prepotentemente a guadagnarsi le attenzioni del web, e ancora una volta la musica c'entra relativamente.
Due giorni fa Paolo Caputo – questo il vero nome dell'autore di 'Dolce Droga'– si è esibito presso l'Alien Club, storica e popolarissima discoteca situata nel centro di Roma. Come spesso accade nei concerti del controverso e chiacchierato artista originario di Cesena, durante l'evento il pubblico pagante sembrava essere composto per lo più da detrattori, persone che sostanzialmente avevano deciso di prendere parte alla serata per avere la possibilità di insultare il protagonista sul palco, più che da veri e propri supporter.
Insulti e prese in giro: Young Signorino non ci sta
Nonostante il locale fosse pieno, il live è stato infatti un totale insuccesso: ad accompagnare la voce del cantante non ci sono stati cori di apprezzamento, applausi o persone che intonavano le canzoni, alcune ormai a dir poco popolari, di Young Signorino. Al contrario, l'esibizione, almeno stando ai video e alle testimonianze presenti al momento sul web, è stata caratterizzata da un susseguirsi di insulti, prese in giro e cori denigratori indirizzati all'artista da parte del pubblico.
Ad un certo punto Young Signorino – che 'Young' lo è anche di fatto, essendo un classe 1999 – non ce l'ha fatta più, ed è letteralmente sbottato, lanciando il microfono in direzione del pubblico, appena prima di abbandonare il palco, visibilmente indispettito, per non tornarci più, concludendo di fatto la serata con questa singolare uscita di scena.
Ascoltando gli audio delle clip della serata caricate online nelle ultime ore è possibile distinguere facilmente svariati insulti, formulati da voci sparse tra il pubblico, ma anche e soprattutto il più classico dei cori da stadio, intonato contemporaneamente da molti spettatori, ovvero quello composto dall'ossessiva ripetizione della parola 'Scemo'.
Il contorto meccanismo della fama ottenuta grazie all'hating online
La vicenda ricorda per certi versi quanto accaduto il mese scorso durante un live di Gallagher e Traffik – anche in quel caso la serata si era conclusa con un lancio di microfono – personaggi che pur incarnando un immaginario molto distante da quello di Young Signorino, possono essere accomunati all'artista cesenate per la peculiarità di attirare attenzioni soprattutto da parte dei detrattori, ottenendo quindi significativi numeri sul web anche grazie questi ultimi, e andando di conseguenza a crearsi un pubblico in cui gli haters, paradossalmente, sembrano superare di gran lunga i veri e propri fan.
Un meccanismo che sul web potrebbe tranquillamente durare all'infinito: i commenti negativi d'altronde rappresentano in ogni caso punti di engagement, così come le visualizzazioni di chi guarda un video per deriderlo, piuttosto che per supportarlo. Quando però questi fenomeni del web si devono confrontare realmente col loro pubblico, fatto di persone in carne ed ossa, ecco che si concretizzano corto circuiti come quello dell'Alien Club: una folla di spettatori, per di più paganti, accorsa per insultare più che per supportare, una pubblico che, molto probabilmente, due giorni fa a Roma ha ottenuto esattamente quello che voleva.