Fumareper smettere di fumare: non è fantascienza, ma il nuovo businesslegato alle sigarette. Sulla scia dei primi successi ottenuti dallasigaretta elettronica, si combatte oggi a denti stretti per accaparrarsicertificazioni e brevetti.
Assaporaresenza rimorso nuvolette di fumo dichiarate innocue è, sostanzialmente, un sognoche diventa realtà. Una realtà che lusinga i fumatori con l'effimera gratificagestuale, e arricchisce i produttori di fatturati ben più tangibili.
L'ideadi fondo è molto semplice: un dispositivo dotato di chip, simile anchenell'estetica ad una sigaretta, rilascia un quantitativo di nicotina sempre piùridotto, fino a condurre alla totale cessazione della dipendenza da fumo.
Ildosaggio di nicotina è regolabile attraverso le ricariche, di differenteconcentrazione e vendute singolarmente. Si passa così da una fase di totaleassuefazione ad un distacco graduale, ma soprattutto indolore: il vizio permanenella forma – gestualità, aspirazione e soddisfazione – ma senza il dolo,poiché il prodotto è assolutamente salutare. Questo, almeno, nelle intenzioni.Di fatto pochi sanno che il contenuto di un cilindretto di nicotina liquida puòrisultare letale, ad esempio, per un bambino, quanto il morso di un serpente.
Framessaggi rassicuranti delle case produttrici e testimonianze entusiaste di exfumatori 'miracolati' dall'invenzione, resta dunque da vedere quanto siaeffettivamente inoffensivo il flaconcino ricaricabile in commercio.
Le autoritàsanitarie non hanno ancora raggiunto un parere unanime e comprovato sullepotenzialità del fumo surrogato in termini di dissuefazione, né tantomeno ne èstata provata la salubrità.
Per ora, l'unico dato certo è che non contenendoresidui di combustione come catrame, diossina ed idrocarburi policicliciaromatici, i rischi derivanti da patologie oncologiche sono minori rispetto aquelli scatenati dalla sigaretta tradizionale.
Considerazionia parte merita poi l'aspirazione passiva, tanto da aver spalancato un dibattitoancora in corso sull'eventualità di vietare le sigarette elettroniche neilocali pubblici.
Fattosta che da ormai un anno, ma più prepotentemente nel corso degli ultimi seimesi, la sigaretta elettronica spopola anche in Italia, soprattutto al Nord:molteplici sono i punti vendita specializzati nella distribuzione di sigarettearomatizzate per ogni capriccio, secondo un campionario che spazia dai saporifruttati a quello più deciso del whisky.
Accanto a questi nuovi proseliti della salute,crescono nuove schiere di fumatori, che non avendomai ceduto al fascino della sigaretta classica si concedono volentieri unaboccata virtuale perché è di moda, perché è cool, perché è percepita comeinoffensiva.
Mentreil Belpaese è sempre più incantato dal mondo della sigaretta elettronica, la Cina – paese di nascita dellasigaretta elettronica – ne vieta ilcommercio, ma l'ha esportata altrove. Delresto, non siamo nuovi a simili boom commerciali: dopo il dolce che fadimagrire gli obesi, è arrivato il fumo che allunga la vita ai fumatori piùincalliti.