E' arrivato il 21 marzo il tanto atteso via libera definitivo alla prosecuzione delle cure a base di staminali per la piccola Sofia, 3 anni e mezzo, affetta da leucodistrofia metacromatica, una malattia degenerativa che viene diagnosticata dopo l'anno e mezzo di vita e che porta in breve tempo alla morte.
I genitori della piccola si erano tanto battuti, facendo ampiamente ricorso ai mass media, per ottenere niente più che la prosecuzione delle cure iniziate, seguendo il protocollo Stamina, presso gli Spedali di Brescia. Cure che erano state interrotte quando l'ispezione dei Nas aveva dichiarato che la struttura risultava inidonea a trattare le cellule staminali col metodo del professor Vannoni.
Ma adesso arriva finalmente il decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, che autorizza in via eccezionale la prosecuzione di trattamenti di questo tipo, non conformi alla normativa, soltanto per i pazienti che abbiano già iniziato la terapia. Il ministro Balduzzi spiega che la norma "si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto". Per trattamenti avviati si intendono anche quelli per i quali sono già stati compiuti degli atti preparatori, come il prelievo dallo stesso paziente o da un donatore, quindi prima dell'infusione di staminali. Nei prossimi giorni sarà tuttavia emanato un regolamento ministeriale che contenga regola più precise e che preveda anche una valutazione degli esiti derivanti dall'applicazione di queste terapie.
In definitiva, ci sarà da attendere il testo della norma per avere maggiori certezze. In ogni caso, la regolamentazione di casi come quello della piccola Sofia è esattamente quello che auspicavano i genitori della bimba e tutti i pazienti che si trovano nelle stesse condizioni. Una piccola grande vittoria dunque.