L'organizzazioneumanitaria Medici Senza Frontiere annuncia la chiusura di tutti i suoi centridi assistenza in Somalia. La decisione, resa di pubblico dominio con uncomunicato del 14 agosto, è motivata dal continuo manifestarsi di graviattacchi rivolti al proprio personale in un contesto in cui gruppi armatiagiscono indisturbati e nel quale le autorità civili preposte a garantire lasicurezza, mostrano invece di tollerare, se non addirittura sostenere, l'aggressione,il sequestro e l'uccisione degli operatori umanitari.

A farne lespese saranno centinaia di migliaia di civili somali che verranno ad essereprivati del prezioso aiuto umanitario fornito da MSF.

Per ben 22 anni glioperatori di Medici Senza Frontiere si sono prodigati in una intensa attività di aiuto umanitarioin Somalia, essendo costretti a negoziare per la propria incolumità onde garantirequesto aiuto ai bisognosi somali, accettando con coraggio di operare inpresenza di un livello di rischio comunque elevatissimo. L'inasprimento dellatensione nel paese africano e il conseguente ed ulteriore inasprimento deirischi cui gli operatori sono sottoposti hanno reso inaccettabili le condizionidi permanenza di MSF in Somalia.

Già neldicembre 2011 Mogadiscio era stata teatro della brutale uccisione di dueoperatori di MSF, a cui aveva fatto seguito la repentina liberazione dell'omicidada parte delle autorità conniventi.

Di lì a poco il violento rapimento di altridue membri del personale avvenuto all'interno dei campi profughi di Dadaab inKenya, e conclusosi solo il mese scorso, dopo 21 mesi di prigionia nel centro-suddella Somalia. Questi due episodi sono solo gli ultimi di una serie di abusisubiti: dal 1991, sono ben 14 gli altri membri del personale di MSF uccisi, el'organizzazione recentemente ha registrato decine di attacchi contro ilpersonale, le ambulanze e le strutture mediche.

Queste leparole del presidente di MSF, Unni Karunakara: "Stiamochiudendo i nostri progetti in Somalia perché la situazione nel Paese ha creatouno squilibrio insostenibile tra i rischi e i compromessi che il nostropersonale deve prendere, e la nostra capacità di fornire assistenza allapopolazione somala. Scegliendo di uccidere, attaccare e rapire gli operatori umanitari,questi gruppi armati, e le autorità civili che tollerano le loro azioni, hannosegnato il destino di innumerevoli vite in Somalia".

MSFinterromperà dunque tutti i suoi progetti sanitari in Somalia, inclusi quelli nella capitale Mogadiscio e neisobborghi di Afgooye e Daynille, così come a Balad, Dinsor, Galkayo, Jilib,Jowhar, Kismayo, Marere e Burao. Presso queste località oltre 1500 operatori fornivanouna vasta gamma di servizi sanitari: quelli di base gratuiti, i trattamenti perla malnutrizione e la Salute materna, gli interventi di chirurgia, le azioni dirisposta alle epidemie, le campagne di vaccinazione, la fornitura d'acqua e di generidi prima necessità. Nel solo 2012, MSF ha effettuato più di 624.000 visitemediche, ricoverato 41.100 pazienti negli ospedali, curato 30.090 bambinimalnutriti, vaccinato 58.620 persone e fatto nascere 7300 bambini.