Ricordate tutti sicuramente la vicenda della piccola Sofia di cui ci hanno a lungo parlato Le Iene. La bambina, affetta da Sma1, è uno dei pochi malati in Italia ad aver avuto la possibilità di chiudere il ciclo di cure compassionevoli con cellule staminali, ciclo composto da cinque infusioni.

I genitori della piccola Sofia si sono rivolti però al giudice di Livorno e hanno chiesto che la bambina potesse avere la possibilità di continuare le cure con le cellule staminali mesenchimali, andando quindi oltre le normali cinque infusioni previste. Il giudice di Livorno ha dato il suo assenso, ma gli Spedali Civili di Brescia non sono d'accordo con la sua decisione. Gli Spedali hanno presentato un ricorso e l'udienza è già stata fissata per il 12 ottobre.

La mamma della piccola Sofia, Caterina Ceccuti, ha affermato ai giornalisti: "Non capisco questo accanimento nei confronti di una bambina sofferente. Sofia è stata sottoposta al trattamento non con la continuità e la regolarità dovute a causa dei diversi pronunciamenti dei giudici". La mamma di Sofia ha inoltre affermato che non ci sono state conseguenze negative per la piccola, nessun effetto collaterale, e che anzi casomai sono stati ogni volta riscontrati dei piccoli miglioramenti.  

Secondo la mamma la decisione non è stata presa con il cuore, è una decisione razionale presa per evitare che si venissero a creare dei precedenti e che quindi altri malati potessero in futuro arrivare a chiedere il prolungamento delle cure compassionevoli con cellule staminali. Un'opportunità questa che secondo la mamma di Sofia rientra nel decreto Balduzzi: secondo il decreto Balduzzi, spiega infatti Caterina Ceccuti, "il malato che avesse iniziato la terapia di Vannoni su autorizzazione di un tribunale, poteva ricevere tutte le infusioni ritenute necessarie dal medico curante, quindi potenzialmente infinite". 

I genitori di Sofia sanno che non ci sono cure per la malattia della bambina, ma non vogliono assolutamente dare credito a coloro che parlano di accanimento terapeutico. Quello che loro stanno facendo è solo cercare di dare, secondo le stesse parole della mamma "una condizione più dignitosa" alla piccola diventata famosa grazie al programma Le Iene.