In un articolo sul British Medical Journal il cardiologo Aseem Malhotra è stato esplicito: «è arrivato il momento di dire basta al mito dei grassi saturi nelle malattie cardiache». I principali responsabili delle malattie cardiache infatti, sarebbero i grassi drogenati, il sale e gli zuccheri. In particolare dallo zucchero nascono diverse alterazioni nel metabolismo dell'uomo causando sintomi di obesità, ipertensione, glicemia e diabete, con conseguenti rischi per il cuore.

Il colesterolo «cattivo» e il conflitto con i nuovi studi

In questi anni è stato portato avanti un vero e proprio esorcismo contro i grassi saturi, rei di aumentare il tasso di colesterolo, quel "cattivo", con la conseguente estromissione di burro e formaggi dalla dieta giornaliera.

La sua cattiva reputazione deriva da uno studio di alcuni ricercatori che trovarono una correlazione tra il livello di colesterolo e le malattie cardiache. Studi più recenti invece, sembrano essere in grado di sovvertire una credenza durata per oltre 40 anni, negando qualunque legame tra l'assunzione di grassi saturi nella dieta e rischio cardiovascolare.

Una prova che avvalora questa tesi è un dato statistico ottenuto dallo studio di un cospicuo numero di pazienti che, nell'ultimo anno, sono stati ricoverati in ospedale con infarto acuto: due terzi di loro erano affetti da sindrome metabolica ma solo il 2 % di loro aveva il colesterolo fuori norma. Negli Stati Uniti invece, c'è stato una ingente diminuizione nel consumo dei grassi di origine animale tuttavia, i casi di obesità sono in continuo aumento.

Secondo le nuove ipotesi quindi, a far male sarebbero gli additivi, il sale e i conservanti contenuti negli affettati; i grassi animali d'altro canto risulterebbero protettivi per il cuore, in particolare se assunti attraverso i latticini. Le vitamine A e D presenti nel latte contrastano il rischio di malattie di cuore ostacolando la possibile ipertensione.