Un altro caso di intossicazione alimentare arriva dalla Toscana dove 3 persone sono state ricoverate presso l'ospedale Santa Maria alla Gruccia fra Montevarchi e San Giovanni Valdarno per vomito e diarrea in seguito all'ingestione di acqua Coop Montecimone in vendita in confezioni da un litro e mezzo. Il lotto subito rintracciato è stato tolto dal commercio con la raccomandazione di non berla e riportare le eventuali bottiglie alla Usl.



I fatti sono accaduti ieri 8 aprile 2014 a Montevarchi, piccolo paese industrializzato vicino ad Arezzo quando è arrivata una segnalazione direttamente dalla sede dell' Unicoop Firenze che si scusava con i clienti ma si vedeva costretta a togliere dal mercato uno specifico lotto d'acqua.

Infatti tre persone che avevano comprato e bevuto una specifica marca d'acqua della famosa catena Coop avevano accusato vari disturbi tra cui vomito e diarrea tanto da richiedere l'intervento del pronto soccorso dell'ospedale vicino. Fortunatamente due hanno potuto fare ritorno a casa già in nottata mentre il terzo è ancora ricoverato per ulteriori accertamenti.



La Unicoop scusandosi per i disagi creati verso gli interessati e i clienti che da tanti anni li esprimono fiducia hanno comunicato che il lotto barcode 8001120002747 L.1,5 lotto 40902 con scadenza giugno 2015 è stato ritirato dalla vendita per le analisi richieste dalla stessa cooperativa e dell'Usl di appartenenza.



Sempre nella circolare n°127 del 08/0472014, diramata celermente dalla azienda produttrice, si avverte la popolazione di non bere l'acqua delle bottiglie di Acqua Cimone e di riportarla ai supermercati o Usl.

Inoltre fanno sapere che l'acqua avrebbe 'un sapore e odore anomalo'. La partita d'acqua arrivata presso il supermercato Unicoop lunedì 7 aprile è stata subito bloccata anche se non si esclude che altre confezioni con quel codice a barre siano sempre in circolazione in altri centri commerciali.



Perciò l'azienda invita i consumatori a leggere il codice a barre e la partita mentre loro hanno appeso un cartello in tutti i punti vendita e presso gli scaffali di approvvigionamento dove si avvisano i clienti del disguido. Tale ordinanza sarà visibile per 15 giorni mentre tra le cause di questa intossicazione senza gravi conseguenze è molto probabile che ci siano stati dei disguidi in fase di fabbricazione.