Il virus ebola continua a colpire in questo 2014, soprattutto nei paesi dell'Africa occidentale, in Guinea e in Liberia, dove si contano ormai oltre 150 vittime. In totale, sono oltre 230 i casi sospetti o confermati. E sono questi numeri a far temere che il virus possa arrivare anche in Italia, portato dai migranti che approdano sulle nostre coste.

Rischio che per il momento è stato categoricamente smentito - non c'è nessun pericolo che l'Ebola si diffonda a Lampedusa, come si era temuto in un primo momento - ma che rimane comunque esistente, come conferma il fatto che siano stati richiesti controlli più stringenti alle frontiere e come conferma il fatto che i principali aeroporti europei che fanno scalo direttamente nelle nazioni africane più colpite hanno attivato il codice rosso.

I rischi che il virus ebola colpisca l'Italia per il momento sono quindi molto bassi, ma non inesistenti. Ma quali sono i sintomi del virus ebola? Il periodo di incubazione può variare da due a 21 giorni, in media è però di una settimana. Se colpiti dal virus, si dovrebbero avvertire sintomi improvvisi di febbre fino a 39°, dolori muscolari, mal di testa, seria debolezza e stanchezza, nausea ed emorragie interne ed esterne. Sintomi abbastanza comuni e che hanno fatto sì che indizi riconducibili all'ebola fossero confusi con dissenteria o malaria.

Quali sono le cure per il virus ebola? Non ci sono vaccini e non ci sono trattamenti standard che vengono universalmente seguiti per ridurre il rischio di mortalità se si contrae questa malattia (mortalità che arriva anche al 90%), ci sono però delle cure basata sui farmaci antisenso.

Nonostante l'altissima mortalità, le possibilità di sopravvivere aumentano se le persone infettate vengono subito idratate e curate con gli appositi farmaci.

Come si diffonde il virus ebola? Il virus non si diffonde per via aerea, ma tra coloro che sono entrati in contatto diretto con il sangue o i fluidi corporei di persone o animali infetti.

Per questa ragione, oltre che per il fatto che la localizzazione geografica delle infezioni è molto spesso in regioni isolate, il potenziale di questo virus da un punto di vista epidemiologico è considerato basso. Una ragione in più per non creare allarmismi.