Associare l'attuale crisi economica, che gran parte delle famiglie stanno attraversando, con il disagio psichico non è un fatto del tutto gratuito ed azzardato. Stando al rapporto dell'Aifa (Agenzia del farmaco), in Italia è in continua ascesa l'uso dei medicinali antidepressivi. E ciò nonostante la spesa farmaceutica -nel suo insieme- sia rimasta stabile. Rispetto al 2004 s'è registrato un +2,5%. Il direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, ha lanciato l'allarme affermando che "la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute".

A parere dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tra le dieci malattie che causano la "disabilità mentale" quattro devono ritenersi d'origine psicologica. E tra queste fa capolino la "depressione mentale". E' inutile negarlo! Il disagio psichico è in continuo aumento ed a generarlo, in crescita esponenziale, sono la tensione e la frustrazione; gli avvenimenti stressanti di natura psicologica legati ai problemi lavorativi come la disoccupazione, la minaccia della perdita del posto di lavoro, problemi finanziari, la condizione di estrema povertà. Non pochi esperti, sicuramente, mettono le mani avanti. E cercano di spiegare che le ragioni di questa patologia mentale possono essere scatenate pure da altre situazioni psicologiche, sociali, biologiche, pedagogiche e giuridiche.

Ma rimane il fatto che si potrebbe commettere un errore se si cercasse di negare oppure minimizzare , scegliendo il linguaggio di "persona affetta da disturbo mentale" in contrapposizione alla locuzione di "persona affetta da malattia mentale".

Il dato è tristemente indiscutibile. Questa patologia è in continuo aumento da quando è scoppiata la crisi economica ed ha originato l'incertezza del futuro ed una visione pessimistica della vita aprendo quella tremenda porta dell'ansia.

L'ansia è stata definita come un "sentimento di imminente pericolo o minaccia" che la persona accusa su di sé oppure dentro di sé. Una sensazione spiacevole per la quale non si sa come cavarsela. E non appena l'ansia diventa patologica, il soggetto perde il controllo delle proprie azioni e può essere capace persino di togliere (per sé e per gli altri) la vita.

E, purtroppo,  di questi tragici avvenimenti non mancano le cronache.

Comunque, è evidente che dev'essere subito sottolineato che soltanto il medico - al quale bisogna rivolgersi - può determinare il grado di patologia. Il disagio esistenziale, il cambiamento della qualità (in peggio) della vita sono soltanto alcuni campanelli di allarme. La strategia vincente, per intanto, sarebbe quella di istituzionalizzare le cure e vincolarle al territorio. Mentre, ricordando le parole di Luca Pani, la politica farebbe bene a posare più attenzione ai bisogni della gente. Ed una ulteriore occasione potrebbe essere quella di fare fronte comune per potere partorire una buona legge di stabilità che si trova, attualmente, in cantiere e che vedrà la luce fra non molto.