Lo studio che lo conferma è stato condotto grazie alla collaborazione di esperti della University of Michigan ed University of New York.
Gli studiosi sono riusciti a dimostrare scientificamente come alcuni alimenti trattati con aggiunta di grassi, sali o zuccheri agiscano direttamente sui ricettori della dopamina, causando reazioni in termini di dipendenza molto simili a quelli causati da alcol e droghe.
I processi di 'ricompensa' generati da questi alimenti sono riconducibili principalmente alle aggiunte di grassi, carboidrati, sali  e zuccheri raffinati in fase di produzione. Questi meccanismi producono uno stato di grande soddisfazione incrementando appunto la dopamina, che quando viene a mancare innesta un vero e proprio meccanismo di dipendenza in quanto l'organismo ne sente la privazione.
Il test è stato condotto su più di cinquecento persone, alle quali è stato chiesto di segnalare quali tra i prodotti alimentari desiderano maggiormente e di annotare quante volte ricorrono al loro uso. 

Secondo gli studiosi ragionando in questi termini e tenendo presente le nuove conferme apportate da questo studio si potrà rivoluzionare l'attuale approccio alla lotta contro l'obesità (problema assolutamente di primo livello negli Stati Uniti, paese in cui è stata condotta la ricerca) non soffermandosi più alla sola privazione di alcuni elementi dalla dieta dei soggetti a rischio, ma approcciando a loro in modi del tutto simili a quelli utilizzati per  altre dipendenze come fumo, alcol e droghe.

Per quanto i carboidrati non siano i migliori amici della linea, le precauzioni degli esperti in riguardo alle pizze e tutti gli altri prodotti derivanti da farina sono sempre in un ottica di scelta tra queste ultime: l'indicazione è quella di cercare di limitare quelle bianche molto raffinate, come la 00 e, preferibilmente, optare per le farine integrali.
Per quanto riguarda il cioccolato invece è sicuramente da prediligere quello fondente, dalle innumerevoli qualità, note aromatiche, buon gusto e sensibilmente più magro delle varianti più 'industriali' al latte o peggio ancora bianco.
Il cuore del problema insomma sembra risiedere principalmente nella raffinazione industriale delle materie prime con cui sono prodotti questi alimenti, ovvero le famose 'aggiunte'.