Questa cuffia è utilizzata in Italia solamente da tre ospedali. Il nome è Paxman. Loscopo principale: annullare la perdita dei capelli durante e dopo itrattamenti chemioterapici.

Come funziona

Sembra fantascienza, ma invece è realtà. Ilfunzionamento è estremamente semplice. La cuffia cala la temperatura del cuoio capelluto fino a circa -4 gradi centigradi. In modo da ridurre l'afflusso di sangue e non favorire la diffusione del farmaco. Proteggendo i capelli dagli effetti devastanti dei chemioterapici. Evitando per quanto possibile l'effettodistruttivo della chemioterapia "congelando" determinate zone delcorpo.

La nuova tecnologia fa da apripista, perché applicabile non solo per il capo. Al più presto, verranno brevettate nuove strumentazioni utili alle altre parti del corpo.Sempre con lo stesso principio d' azione, il congelamento momentaneo.



Come è fatta

La Paxman ècostruita con del silicone, come quello di uso quotidiano.  Collegata con dei fili ad un impianto cheproduce aria fredda. Per semplificare, potremmo dire cheè collegata alla compressione di un frigorifero. Va applicata da seduti, come quandosi fa l'ettroencefalogramma.



L' effetto sugli utilizzatori.

Il risultato è soddisfacente nella maggior parte dei casi. Al “Ramazzini” diCarpi (Modena), lapercentuale di successo oscilla tra il 55% ed il 62% dei casi.

Per questo c' è tanto ottimismo da parte degli esperti. Nello specifico, l'età media dei pazienti che ha accettato iltrattamento risulta essere di 53 anni.



In Italia, sono 88 le donne che ne hanno sperimentato l' uso.

Principalmente a Carpi, dove la cuffia è operativa dal 2013. Quellodel modenese è il primo centro d' Italia per numero di pazienti curati.

Per latestimonianza di una paziente: 'La cuffia ha annullato il timore di mostrarsi inpubblico'. Cosa che per un malato è uno dei deficit primari. Non mostrare ilproprio stato a tutti, ma confessarlo solo ai pochi. Secondo la signora Maria(nome di fantasia): 'Non perdere i capelli, soprattutto per una donna èfondamentale per continuare la vita di tutti i giorni. Dato che ci si sentemeno malati e non si teme lo sguardo degli osservatori'.