Finalmente disponibili anche in Italia il simepravir e il sofosbuvir, due innovativi farmaci che permettono una elevatissima probabilità di guarigione dall'epatite C, fino al 90%, accelerando notevolmente anche la tempistica di guarigione rispetto ai farmaci all'interferone.
Il rovescio della medaglia, purtroppo, è costituito dall'elevato costo dei nuovi farmaci, soprattutto il sofosbuvir per il quale si deve spendere la considerevole cifra di 35.000 euro a trattamento. Costi causati dalla difficoltà e dalla relativa spesa per sviluppare le molecole dei suddetti farmaci.
Si spera che la ricerca medica riesca a produrre altri farmaci della stessa tipologia così da permettere un abbattimento dei costi per il servizio sanitario e i malati stessi.
Allo stato dell'arte, non tutti i pazienti avranno la possibilità di accedere alle nuove cure con il simepravir e il sofosbuvir, conseguentemente si renderà necessaria una graduatoria per priorità in base alla gravità del paziente colpito da epatite C. In base allo stato della malattia, questa è l'attuale scala di priorità:
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malattia avanzata al fegato: pazienti in attesa di trapianto o con recidiva su fegato trapiantato;
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gravi danni ad altri organi causati dall'epatite C.
I malati che si trovano in uno stato tale di urgenza, potranno fare richiesta di prescrizione e successiva somministrazione nelle A.S.L.
già identificate dal ministero della salute.
Nel frattempo sono stati stanziati 1.500.000.000 di euro per l'acquisto di 50.000 trattamenti con sofosbuvir esimepravir per il biennio 2015-2016, un notevole sforzo del ministero della salute nonostante i continui tagli alla spesa della sanità.
Nell'attesa e nella speranza che in un futuro prossimo si possa addivenire ad una drastica riduzione di spesa delle cure, permettendo l'accesso anche ai pazienti meno gravi e a coloro che, pur contagiati, non abbiano ancora subito danni gravi, il ministro della salute Lorenzin si è impegnata a garantire che tale speranza possa concretizzarsi in pochi anni.