I tagli alla sanità del governo Renzi peseranno in modo deciso sul portafogli e sulla qualità della vita degli italiani. Stando ai dati diffusi dalla Fondazione Gimbe, saranno ben 180 le prestazioni diagnostiche che gli italiani dovranno pagare di tasca propria e che prima si potevano effettuare in regime di convenzione con il S.S.N.

Tra queste saranno incluse visite di odontoiatria, genetica, allergologia, tac e dialisi. Alcune di queste prestazioni diagnostiche non risparmieranno neanche le classi più disagiate. Sull'argomento è intervenuto Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, che ha bocciato in toto il decreto posto in essere dal governo, giudicato confuso e pieno di luci e ombre.

"Non emerge una chiara definizione delle priorità - afferma Cartabellotta - mentre latita il coinvolgimento delle categorie professionali". Cartabellotta denuncia la grande quantità di esami diagnostici esclusi da regime di convenzione che, nel dettaglio, prevedono 35 prestazioni odontoiatriche, 53 di genetica, e 9 relative a Tac e risonanza magnetica, oltre a 2 di dialisi e 4 di medicina nucleare.

Cartabellotta denuncia il fatto che il governo non ha reso espliciti i criteri che si dovranno seguire, nell'emanazione del decreto, per stabilire le priorità, mentre sarebbe stata ‘graziata’ in maniera incomprensibile, la diagnostica che riguarda gastroscopie e colonscopie, spesso prescritte in modo generico, con lunghissime liste di attesa.

Ad esempio per le prestazioni odontoiatriche, secondo Gimbe, non sono state messe in atto azioni concrete per limitare l'inappropriatezza prescrittiva. Per quanto riguarda colesterolo e trigliceridi, il decreto prevederebbe, in assenza di patologie, familiarità e obesità, che vengano prescritti ogni 5 anni. In questo caso il governo non ha tenuto conto che i fattori di rischio inseriti nel Progetto cuore dell’Istituto superiore di sanità non coincide con quelli elencati nel decreto, e soprattutto non si tiene in considerazione se il soggetto e fumatore o meno.

Il Gimbe chiede che il Governo espliciti in modo più chiaro i criteri, eliminando le ombre che ancora si celano dietro un taglio indiscriminato delle prestazioni sanitarie, che, di fatto, consentiranno screening appropriati solo a chi può permetterselo economicamente.