I dati contenuti nelRapporto Annuale sul Fumo in Italia, elaborati dalla Doxa che ha lavorato su richiesta dell'ISS (Istituto Superiore di Sanità) con l'interesse dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri",e resi notiin occasione del XVII convegno "Tabagismo Servizio Sanitario Nazionale" potrebbero essere stati stimati senza tenere conto del vasto mercato del Web. Un mercato difficile da stimare e che porterebbe gli amanti delle bionde a superare di gran lunga le percentuali diffuse nei giorni passati: 10,9 milioni di fumatori che dovrebbero corrispondere al 20,8% della popolazione italiana, suddivisa in 4,6 milioni di donne (più o meno 17%) e 6,3 milioni di uomini (circa il 25%).

Gli ex fumatori, ed è l'anello debole della ricerca poiché potrebbero essersi rifugiati nel web, sono stati individuati in 6,3 milioni (il 12,1%) con la suddivisione dei pentiti in uomini 4,0 milioni ed in 2,3 milioni di donne. A tutti questi numeri, ancora, riesce molto difficile -se non impossibile- aggiungere i fumatori che s'avvicinano per la prima volta al consumo di tabacco acquistato direttamente online. E quindi si rafforzerebbe il dubbio sull'analisi che potrebbe davvero far fumo da tutte le parti.

Un fumo i cui effetti nocivi continuano a gravare, in passivo, sulla contabilità della Sanità italiana che per compensare le proprie spese un pacchetto di sigarette -è stato calcolato- dovrebbe costare intorno ai 10/15 euro.

Ma i numeri ben più dannosi e talvolta irreversibile, tuttavia, sono quelli che colpiscono la salute dei consumatori di tabacco che non vale la pena enumerarli. Mentre è opportuno insistere sulle insidie che si trovano nel contenuto di catrame e nicotina, nella qualità del filtro e nel tasso d'inalazione del fumo. E pertanto non bisognerebbe mai smettere di ricordare l'alto tasso di mortalità, a causa del cancro al polmone, ed i persistenti pericoli delle malattie croniche alle vie respiratorie ed a quelle cardiovascolari.

Fumare, inoltre, sempre secondo gli addetti ai lavori, significa aumentare il fattore rischio per le malattie che si possono trasmettere come la tubercolosi e le infezioni delle basse vie respiratorie.

Altri ulteriori rischi, che dovrebbero allarmare il fumatore, sono le malattie respiratorie croniche, ictus, differenti tipi di cancro ed una lunga sequenza di distinti malesseri fisici.

Nel catalogo delle patologie dannose per i fumatori, i ricercatori scientifici più accreditati segnalano pure il rischio per la Gravidanza delle donne (a rischio si troverebbe lo sviluppo fetale) ed un altro per i fumatori passivi. Il maggiore numero di fumatori si troverebbero nel Lazio ed in Campania. Nel Trentino e nel Veneto risulterebbero i più parsimoniosi. La perdita di vita è stimata intorno ai 20/25 anni.

E mentre i dati sui consumi delle sigarette ecig (sigarette elettroniche) sono fumosi, le industrie del tabacco se la spassano ed i coltivatori delle foglie piangono miseria, un buon esempio -e messaggio positivo- non giungerebbe dal mondo dello sport. Un atleta su dieci -con prevalenza delle donne- è schiavo delle bionde. Questo, perlomeno, secondo la Commissione per la Vigilanza e il controllo del ministero della Salute.