Cresce sempre di più il numero di italiani che eliminano dalla propria alimentazione cibi contenenti glutine. L'aspetto particolare della vicenda riguarda il fatto che molte di queste persone non sono né allergiche, tantomeno intolleranti alla proteina del grano. In molti casi, si tratta di individui affetti da una sensibilità al grano non ben definita: essi prendono arbitrariamente la decisione di iniziare un'alimentazione "gluten free",in quanto ritengono di essere colpiti da malesseri da ricondurre al mangiare cibi contenenti questa sostanza.

Le percentuali di persone affette da allergia e/o intolleranza al glutine si aggirano appena sull'1%, eppure molte persone iniziano diete fai-da-te escludendo arbitrariamente e senza opportuni test questa sostanza dalla tavola. La questione è stata affrontata in un forum scientifico dal titolo "Dieta senza glutine e stili di alimentazione: possibile una convivenza?", a cura dell'Università Cattolica, in occasione del Gluten Free Day, ovvero la giornata senza glutine.

Le accertate patologie correlate al grano

"Eliminare il glutine dall'alimentazione, pur non essendo allergici è diventata una sorta di dieta in voga", afferma il professor Italo DeVitis, gastroenterologo del Policlinico Gemelli e specialista in Endoscopia digestiva, il quale ha presenziato al Gluten Free Day.

De Vitis prosegue così: "A riguardo del tema della sensibilità al glutine non celiaca non si possono fornire risposte sicure. La maggior parte della comunità scientifica crede alla sua esistenza, tuttavia rinomati studiosi sono scettici". Le patologie riconducibili al grano, sicure e documentabili con test clinici, sono le seguenti: la celiachia, ovvero l'intolleranza al glutine, che per i suoi requisiti biologici funge da malattia auto-immune; l’allergia al grano, comprovabile da un allergologo con appositi test, la quale provoca un'effettiva allergia a proteine del grano differenti dal glutine e, come tale, trattabile con dieta da esclusione e talvolta con medicinali.

La sensibilità al glutine non celiaca è, invece, una situazione che si caratterizza per la presenza di segni clinici (mancanza di sostanze come calcio e ferro) o umorali (cronica stanchezza, poca concentrazione) non però da ricondurre a celiachia o allergia al grano.

Non seguire la moda della "gluten free diet" senza consulto medico

Coloro che intraprendono una dieta escludendo glutine e senza consulto medico, rischiano di togliere dall'alimentazione carboidrati essenziali, e ciò può comportare riduzione nell'organismo di fibre, proteine, vitamina B12 e riboflavina (nutriente che deriva da grano e derivati), oltre che portare a una quantità di acidi grassi saturi in eccesso. Il Ministero della Salute invita a non cominciare la dieta senza glutine senza aver effettuato tutti gli step utili a chiarire la diagnosi di patologia glutine-correlata. Bisogna evitare di scegliere i senza glutine come moda, cosa che accade negli Stati Uniti, dove la "gluten free diet"è diventata uno status symbol, quintuplicando gli utili delle compagnie del settore merceologico interessato.