Carni rosse, insaccati e carni lavorate sono cancerogene? Expo risponde con un super panino da record, per alleviare l'allarmismo lanciato in questi giorni dall'OMS.Si tratta di un panino lungo tre metri, farcito con ogni tipo di salume (salame di Brianza, prosciutto Crudo di Parma e San Daniele, coppapiacentina, salame di cinta senese).

Questa la risposta da partedell'associazione dei coltivatori, che nei giorni scorsi, si sono sentiti veramente toccati per il fatto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, abbia inserito le carni rosse, gli insaccati e le carni lavorate, nell'elenco delle sostanze cancerogene per l'uomo.

Un freno all'allarmismo

Naturalmente, da non trascurare il fatto che le indicazioni date dall'Oms certificano in un certo senso quanto già si sapeva da tempo, e sono il frutto di lunghi studi, ma è anche vero che, nell'alimentazione, la cosa più importante è l'equilibrio: non sarà un buon panino con mortadella, un wurstel party o una barbecue tra amici, a creare danni nell'organismo umano: l'importante, come in tutte le cose, è non esagerare, ma consumare le carni rosse con moderazione.

Da qui, la spiegazione dell'iniziativa della Coldiretti: combattere gli allarmismi, ed evidenziare ciò che anche l'OMS stessa ha asserito, e cioè che nessun alimento deve essere eliminato dalla propria alimentazione per avere una vita sana ed equilibrata.

Giornata di Expo, dedicata alle carni italiane.

L'iniziativa del super panino, si è tenuta durante la Giornata dedicata alla carne italiana. Hanno preso parte all'evento il presidente Roberto Moncalvo, il direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti e Giacinto Forte, sindaco di Altamura, città pugliese, famosissima per il pane che è stato utilizzato per creare il panino record ed è stato quindi farcito con gli insaccati.

Coldiretti ha commissionato un sondaggio online, il giorno successivo alla pubblicazione dell'OMS, con cui si è venuto a conoscenza del fatto che in Italia solo una persona su dieci abbia contenuto ilproprio consumo di carne rossa ed insaccati, definendo questi risultati, come un segnale importante che dimostra il buon lavoro di informazione che è stato fatto a partire dalle Istituzioni. Tuttavia, si corre il rischio di mettere al repentaglio un settore che dà lavoro a 180mila persone, genera un fatturato di 32 miliardi ed è uno dei simboli dell’Italia all’estero.