Secondo alcuni medici colombiani e statunitensi è possibile che cellule cancerogene di un parassita possano essere trasmesse all'uomo. Il primo caso documentato al mondo è quello di un paziente colombiano di 41 anni affetto dal virus HIV, nel cui organismo il parassita è riuscito a sopravvivere. Nel corpo dell'uomo sono stati ritrovati tumori all'interno dei polmoni e del fegato, ma dopo alcune analisi si è scoperto che le cellule tumorali effettivamente fossero grandi un decimo rispetto a quelle umane. Ulteriori esami molecolari hanno rilevato elevevati livelli di DNA del verme tenia (Hymenolepis nana), all'interno di tali cellule.

Pochi giorni dopo aver effettuato i test, il paziente è morto.

Un caso senza precedenti conosciuti

Nonostante si tratti di un caso unico, sorge il dubbio sull'esistenza di altri contagi come questo soprattutto in Paesi in via di sviluppo, in cui infezioni parassitarie e AIDS possono creare il terreno di coltura ideale per lo sviluppo della malattia. La tenia misura circa tre centimetri e solitamente si attacca alle pareti dell'intestino tenue. Di solito l'infezione non provoca sintomi, ma se il sistema immunitario è debilitato da altre patologie, come per esempio il virus HIV, la cosa può diventare molto più complicata.

Riclassificare la pericolosità di alcuni parassiti

Sono molte le incognite sulla relazione tra il parassita e il suo ospite, e soprattutto su come combattere questo tipo di tumore, se possa essere più efficace la chemioterapia o l'uso di farmaci antiparassitari.

L'unica certezza su cui alcuni ricercatori sono d'accordo è che le cellule tumorali provengano dal verme presente nell'organismo umano. Non sarà facile poter scoprire altri casi come questo, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo, sia per la mancanza di strumenti necessari, e sia per l'alto tasso di infezioni e malattie che in alcune aree del sud del mondo vengono diagnosticate in modo sbagliato o quando ormai è troppo tardi per intervenire. Comunque vada i ricercatori avranno un nuovo nemico da studiare e combattere.