Lo smog di questi giorni nelle città italiane ci lascia letteralmente senza fiato. La mancanza di pioggia fa sì che l’atmosfera a livello del terreno nei centri abitati sia dannosa per l’organismo, non solo per i gas di scarico, ma anche per le polveri sottili frutto della combustione dei motori a scoppio. Non potendo fare purtroppo a meno dei combustibili fossili, fino al momento in cui non saremo costretti ad usare esclusivamente macchine a trazione elettrica o ad idrogeno, dobbiamo fare i conti con i residui che non vengono filtrati dalle marmitte catalitiche.
Purtroppo queste micropolveri e nanopolveri che si formano principalmente a causa delle automobili e degli impianti di riscaldamento, dai camini e dai forni a legna, stanno ristagnando a causa dell’alta pressione che tiene lontane le nubi temporalesche, così che tutti noi le respiriamo. A poco valgono gli espedienti adottati come il blocco totale o parziale del traffico automobilistico cittadino: occorrono decisioni epocali, quali il cambiamento generale del sistema di spostamentocittadino e riscaldamento basato sui combustibili fossili.
Polveri sottili e tumori
Possiamo però, in attesa di questo utopico cambiamento, cercare di limitare l'ingresso di queste polveri sottili nel nostro organismo in quanto causano serissimi danni, non sempre a breve termine.
Sappiamo bene ad esempio, che le piccole particelle PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata) hanno un diametro uguale o inferiore a 10 micrometri, ovvero 10 millesimi di millimetro, se respirate arrivano fino ai polmoni, e secondo le statistiche dell’OMS relative al 2008, provocano due milioni di decessi ogni anno per tumori localizzati all’apparato respiratorio.
Queste particelle, unite a quelle più piccole denominate PM2,5 le quali arrivano fino ai bronchi, sono da tenere ben fuori dal nostro organismo. Ferme restando le precauzioni da prendere, quali quelle di non respirare a pieni polmoni, correre o andare in bicicletta nel traffico ed ingerire una grande quantità di frutta e verdura, ovvero antiossidanti, aiutiamoci con le mascherine.
Difendersi con una economica mascherina
Nonostante molti medici dicano che non proteggono adeguatamente, leggendo le caratteristiche di alcuni modelli in commercio che sottostanno alle normative vigenti, potremmo ricevere un valido aiuto da queste. Secondo la normativa europea EN149: ‘Tutti i respiratori per polveri senza manutenzione che vengono immessi sul mercato europeo devono essere approvati secondo i requisiti della Direttiva Europea relativa ai Dispositivi di Protezione Individuale (89/686/CE)’ ed in particolare, le mascherine devono essere suddivise nelle tre classi FFP1, FFP2 e FFP3, in ordine crescente di protezione. FFP è l’abbreviazione di Filtering Facepiece Particle. Nel nostro caso veniamo a sapere che una mascherina della classe FFP2 riesce a bloccare il 92% delle polveri sottili, mentre una FFP3 arriva al 98%.
Si consiglia di usare mascherine con una valvola per la fuoriuscita dell’aria espirata, onde evitare l’appannamento degli occhiali, e modelli che siano comodi da indossare, e che mantengano il più possibile isolati bocca e naso così che non trapeliaria non filtrata.
Considerando che sempre secondo l’OMS, riducendo le PM10 del 60%, si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15%, sarebbe il caso di ridurle del 98% con una economica mascherina FFP3!