La dieta vegana è diventata popolare tra gli adolescenti ed i giovani, ma ci sono ancora pochi studi che valutino lo stato nutrizionale dei soggetti che seguono questo approccio. La questione non è da sottovalutare poiché questo tipo di alimentazione può essere a rischio di deficienze nutrizionali.
Nel mese di febbraio 2016, in Finlandia, è stato pubblicato uno studio sulla rivista “PlosOne”. I ricercatori dell’Università Eastern Finland hanno misurato alcuni parametri ematici di soggetti vegani, confrontandoli con quellidi onnivori.
I vegani hanno mostrato una concentrazione più elevata di acidi grassi insaturi e polifenoli, sostanze utili a migliorare il metabolismo lipidico e cardiovascolare.
D’altra parte, però, la carenza nella dieta di vitamine B12 e D, che possono portare all’anemia perniciosa ed all’osteoporosi, sottolinea l’esigenza di evidenziare unaguida nutrizionale per i vegani.
Dieta vegana: vantaggi e svantaggi
La dieta vegana esclude tutti i prodotti di origine animale (carne, pollame, pesci, derivati del latte, uova, miele), è quindi carente di proteine animali, grassi saturi, vitamine (A, B12, D), calcio e zinco. Propone, invece, grandi quantità di cereali, legumi, nocciole, frutta ed ortaggi, che sono ricchi di carboidrati, acidi grassi polinsaturi, fibre, beta-carotene, acido folico, vitamina C, vitamina E, ferro e magnesio.
Ivegani hanno un minore indice di massa corporea (BMI) ed un livello di colesterolo totale plasmatico inferiore rispetto agli onnivori.
E' nota l'azione alcalinizzante per contrastare le malattie renali, osservata anche nelle diete DASH e Mediterranea.
Vantaggi: il rapporto alto acidi grassi polinsaturi/acidi grassi saturi è favorevole per contrastare il rischio di malattie coronariche; l’alta assunzione di fibre fornisce benefici per le funzioni gastrointestinali.
Svantaggi: la deficienza di vitamina A può indurre cecità notturna ed una maggiore predisposizione alle infezioni nel tratto respiratorio ed urinario; la carenza di vitamina B12 può aumentare il rischio di anemia perniciosa e polineuropatia; infine, l’assunzione insufficiente di vitamina D provoca un basso assorbimento di calcio e fosforo, che può causare un impatto negativo sul metabolismo osseo.
Marcatori plasmatici e urinari in soggetti vegani
Nel recente studio finlandese è stato valutato lo stato nutrizionale di 22 soggetti vegani e 19 onnivori tramite la misurazione di alcuni marcatori nel plasma, siero ed urine. Tutti i vegani hanno seguito rigorosamente la loro dieta.
A livello di macronutrienti (carboidrati, proteine vegetali, grassi), la dieta vegana è apparsa ben bilanciata con una quantità adeguata di acidi grassi polinsaturi e fibre.
I livelli di micronutrienti importanti, come la vitamina B12 e la D, sono risultati più bassi nei vegani rispetto a quelli degli onnivori, mentre è stata rilevata una maggiore quantità di polifenoli della soia come genisteina e daidzeina e di acidi grassi polinsaturi eicosapentaenoici (EPA), contenuti nei semi oleosi e nella frutta secca; entrambi artefici della riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
La quantità di micronutrienti è risultata non essere adeguata ai livelli raccomandati.
In conclusione, si suggerisce di prestare maggiore attenzione nell'assicurare un apporto di vitamine e minerali necessario al singolo individuo (tramite integratori e cibi fortificati), per evitare una deficienza di micronutrienti ed il conseguente maggior rischio dei disordini associati.