Si chiama Bela, un incrocio tra pastore e collie australiano, il cane di otto anni della signora Lynn Gemmell, di Seattle, inserito nella sperimentazione della rapamicina, farmaco che, sui topi in laboratorio, ha già dimostrato di essere in grado di allungare notevolmente la vita. Bela mostra una Salute eccellente anche se, finora, non sono emersi dati significativi sull’effetto di questo farmaco. Somministrato soprattutto nei topi più anziani, la rapamicina aveva dimostrato di migliorare le condizioni cardiache e di ritardare l’insorgenza di alcune malattie.

Ma rendere trasferibile questi dati ad un’altra specie, ora il cane e poi l’uomo, non è per niente scontato. Intanto la strada è stata tracciata.

Perché la rapamicina suscita tanto interesse?

Le malattie big killer del nostro tempo, nei paesi più sviluppati, sono quelle cardiache, ictus, Alzheimer, diabete e cancro. Le cause possono essere tante ma tutte hanno in comune un fattore, l’età. Per ognuna di queste malattie, possiamo trovare un rimedio farmacologico che comunque ha un costo biologico, stimato in circa 4-5 anni di vita.

Finora non ci sono rimedi (a parte gli stili di vita e l’alimentazione) che impediscano l’insorgenza di queste patologie. Un farmaco capace di rallentare il processo di invecchiamento, sarebbe invece in grado di metterci in una condizioni di perenna giovinezza o, comunque, di posticipato invecchiamento.

E l’insorgenza di queste malattie sarebbe sfavorita, come lo è nei giovani.

Un farmaco antinvecchiamento è la prossima frontiera della Scienza. Rallentare questo processo biologico porterebbe, d’un sol colpo, ad un ritardo nell’insorgenza di diverse importanti malattie. Per questo sono tante le molecole che attualmente vengono studiate, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, e tra queste il resveratrolo (presente anche nel vino rosso) e la rapamicina (e suoi derivati); quest’ultimo, sugli animali di laboratorio, ha mostrato i migliori risultati.

Non sappiamo se sarà proprio questa la molecola che ci farà rallentare l’invecchiamento ma il percorso è delineato.

Cos’è la rapamicina?

Si tratta di un antibiotico di origine naturale, chiamato anche sirolimus, dotata di un forte potere immunosoppressore e per questo approvato (nel 1999) e normalmente impiegato nei trapianti, per prevenire il rigetto.

Il suo nome derivata dalla sua origine. Isolato per la prima volta da un campione di terra proveniente da un’isola nell'Oceano Pacifico, al largo delle coste del Cile, l’Isola di Pasqua (Rapa Nuj). Ha anche un’azione su uno specifico bersaglio cellulari, un enzima chiamato mTOR, coinvolto nella crescita, proliferazione, motilità e sopravvivenza delle cellule. Per questo la rapamicina ha trovato anche un’applicazione come antitumorale.

Un primo lavoro sulle proprietà antinvecchiamento di questo antibiotico risale al 2012 (Stem Cell Reviews and Reports) quando, su animali di laboratorio, era emerso che somministrando per due settimane il farmaco, questo esercitava un effetto sulle cellule staminali indirizzandole in una condizione opposta a quanto normalmente osservata in un organismo invecchiato.

Nel tempo, altri studi su topi e sui cani, hanno dimostrato una maggiore sopravvivenza (25%) degli animali trattati verso quelli non trattati con rapamicina. Nel 2014, uno studio clinico, sponsorizzato dalla Novartis, aveva mostrato che, nei pazienti più anziani, la rapamicina rafforzava il sistema immunitario.

Adesso arrivano nuovi dati. La dr.ssa Matt Kaeberlein, biologa dell'invecchiamento dell'Università di Washington, una delle ricercatrice che sta seguendo lo studio sui cani, in questo caso non ha ottenuto effetti significativi. Tuttavia la ricercatrice e il suo teamnon si arrendono, hanno già in cantiere un nuovo progetto. Arruolare 450 cani e seguirli per 5 anni ma, al momento, sono alla ricerca delle risorse finanziarie.