La tiroide è una piccola ghiandola endocrina (che rilascia ormoni direttamente nel sangue), a forma di farfalla o ad H, posizionata nella parte anteriore del collo. Alta circa 3 cm, con un volume che può variare in funzione del sesso, età e condizioni ambientali e/o patologiche ma che, normalmente, è nell’ordine di 5-20 ml. Produce due ormoni tiroidei (T3 e T4) - dalle molteplici funzioni sul metabolismo, e la calcitonina – che regola i livelli ematici di calcio. Per funzionare bene, la tiroide ha bisogno di iodio, un elemento scarsamente presente nella nostra alimentazione abituale, ma può essere integrato con il sale iodato.
Un recente protocollo, siglato da MIUR e ISS, mira ad estendere la iodo-profilassi anche ai ragazzi, nelle scuole. Se ne parlerà estesamente questi giorni, in occasione della giornata mondiale della tiroide.
Un’occasione per parlare della tiroide
Il 25 maggio si celebra la giornata mondiale della tiroide. In Italia verrà dedicata l’intera settimana (23-27 maggio). Gli interessati possono trovare tutte le informazioni sul sito settimanamondialedellatiroide.it.
La tiroide è una ghiandola “utile a tutte le età”, bambini e donne in gravidanza hanno un maggior bisogno di iodio, per evitare il rischio di andare incontro all’ipotiroidismo. Negli adulti e negli anziani, si possono formare dei noduli (gozzo) che ne alterano la regolare funzione.
In piccole dimensioni, sono presenti in circa la metà della popolazione adulta e per osservarli occorre un esame ecografico. Se si ingrossano, diventano evidenti e sono palpabili.
Le patologie più comuni, legate alla tiroide, sono l’ipotiroidismo (scarsa produzione di ormoni) e ipertiroidismo (la condizione opposta). Oltre i 75 anni, una donna su 5 soffre di ipotiroidismo mentre di ipertiroidismo ne soffre circa il 2-3% della popolazione, ma aumenta lievemente con l’età.
Sono entrambe condizioni patologiche che, se diagnosticate correttamente, si possono gestire tranquillamente. Nell’ipotiroidismo, è sufficiente assumere gli ormoni tiroidei mentre, nel caso dell’ipertiroidismo, bisogna ricorrere ad una terapia che vada a ridurre l’eccessiva produzione di ormoni.
Il gozzo nodulare, sempre in forma benigna, non desta preoccupazione.
Nei casi, piuttosto rari, di neoplasia, si interviene chirurgicamente per rimuove la tiroide e risolvere definitivamente il problema. A volte, all’intervento si associa una terapia con iodio-131.
Lo iodio, un micronutriente fondamentale per il nostro benessere
Si tratta di un micronutriente scarsamente presente in vaste aere del nostro pianeta ma importantissimo per un corretto funzionamento della tiroide. Parliamo dello iodio, che noi quotidianamente ingeriamo mangiando pesce o latticini ma che può risultare insufficiente. Un modo per ovviare a questo, è l’uso abituale di sale da cucina, iodato.
L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica al 90% la soglia di sale iodato, che dovremmo normalmente usare per una buona profilassi.
In Itala, fino al 2004, la percentuale era intorno al 30%. Nel 2005, una legge impose una serie di norme atte a favorire una maggiore disponibilità del sale iodato su tutto il territorio nazionale, come la vendita capillare nei centri commerciali o la sua disponibilità nelle mense collettive. Ora la condizione è migliorata, raggiungendo il 56% di consumo di sale iodato, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo suggerito dall’OMS.
Adesso è stato siglato un protocollo di intesa tra MIUR ed Istituto Superiore della Sanità (ISS) per un progetto dallo slogan “poco sale ma iodato” che prevede, per un periodo di 3 anni (2016-2019), una campagna di iodoprofilassi nelle scuole, primarie e secondarie.
Da precisare, infine, che la nostra sensibilità a seguire la moda del momento, che ci invita a prendere il cosiddetto “sale integrale” – dal significato piuttosto ambiguo, o il sale dell’Himalaya, pagandoli profumatamente, ci può ingannare. Questi sali, infatti, contengono uno scarso contenuto di iodio.