Dopo moltissimi studi sull'azione clinica della soia, l’International Society of Phytosciences, di Mattsies, Germania, ha annunciato che gli isoflavoni della soia possono essere usati come trattamento di prima linea per i problemi vasomotori legati alla menopausa (vampate e sudorazioni notturne).

Gli isoflavoni sono stati somministrati ai pazienti per una durata minima di 3 anni, ad una dose pari a 150 mg al giorno, apparendo efficaci e privi di effetti dannosi, ossia non hanno mostrato interazioni potenziali con i tessuti sensibili agli ormoni estrogeni (tiroidi, mammella e utero).

Non solo, ma è stato rivelato che l’assunzione elevata di soia può avere sia un’azione preventiva per il cancro alla mammella che terapeutica, in combinazione con farmaci antitumorali (tamoxifen o anastrozolo).

Anche l’EFSA (European Food Safety Authority), Autorità Europea della sicurezza alimentare, dopo un’analisi accurata di tutti gli studi clinici, ha concluso che la soia è assolutamente sicura.

I dati sono stati pubblicati, in giugno 2016, sulla rivista Ginecological Endocrinology, dall’International Society of Phytosciences, Mattsies, Germany. 

Sintomi nel passaggio alla menopausa

Le sudorazioni notturne e le vampate (sintomi vasomotori) sono due dei sintomi più comuni nelle donne, in prossimità e dopo la menopausa; sono frequenti in media nell’80% delle donne, con un inizio a circa 51 anni e con una durata attorno ai 7 anni.

Riducono quindi la qualità della vita e possono coesistere con problemi di sonno.

Viene, in genere, raccomandata la terapia farmacologica ormonale, solo nelle donne che non hanno problemi epatici o problemi di coagulazione. Lo scopo è di ridurre i sintomi, ma solo per un breve periodo, a causa dei rischi di sviluppare problemi cardiovascolari e tumori (mammella e utero)

Strategia non farmacologica e meccanismo di azione

Si è resa necessaria, per individuare metodi efficaci e privi di effetti collaterali. Il cancro alla mammella si presenta in quasi 1/3 dei tumori diagnosticati nelle donne; una dieta ricca di frutta e verdura, fibre e bassa di grassi saturi, è stato dimostrato che ne riduce la comparsa.

La soia, nota come Glicine max, contiene una classe di fitoestrogeni noti come isoflavoni, specialmente genisteina, daidzeina, gliciteina, biochanin A e formononetina ed è stata ampiamente studiata per la sua struttura simile all'ormone estrogenico (17-beta estradiolo). In effetti, si lega, in vitro, ai recettori estrogeni (ER), comportandosi da modulatore, ad azione agonista o antagonista, a seconda della concentrazione.

Nei pazienti, però, la soia ha rivelato di non avere effetti estrogenici e di non modificare i livelli di estradiolo circolante. L'assunzione della soia è stata associata ad un rischio minore di incidenza del cancro alla mammella e di recidive; questo può essere spiegato dal fatto che nell'organismo, gli isoflavoni hanno mostrato una selettività maggiore verso i recettori ER-beta anziché alfa; quelli beta sono coinvolti nell'azione antitumorale, quelli alfa, ad una promozione della tumorigenesi.

Nella terapia farmacologica, gli isoflavoni hanno rivelato anche un’azione sinergica con la terapia ormonale (tamoxifen e anastrozolo).