Le donne in attesa di un figlio, sono spesso soggette a diversi tipi di dolori, tra cui, ad esempio, il mal di schiena. Per alleviare questi dolori, molto frequentemente, al fine di evitare l'utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS, esse assumono il paracetamolo. Se fino ad oggi, questa molecola era considerata tra le più innocue per affrontare vari tipi di sofferenza durante una gravidanza, dai dolore alla febbre, attualmente, una importante ricerca condotta da esperti spagnoli sembra smentire e ribaltare questo dato
Paracetamolo: è davvero innocuo?
La ricerca spagnola, coordinata da Claudia Avella - Garcia, ha coinvolto 2.644 coppie di madri che hanno fatto uso regolare o intermittente di paracetamolo nel periodo della gestazione ed un gruppo di controllo costituito da donne che invece non lo hanno mai assunto durante i nove mesi, ed i loro rispettivi bambini.
I piccoli, sono stati seguiti alla nascita ai 5 anni. I risultati hanno dimostrano che i bambini esposti al paracetamolo durante le 32 settimane di gravidanza mostravano sintomi di disturbi di "impulsività o iperattività". Inoltre, i bambini esposti al farmaco durante la vita intrauterina hanno riportato prestazioni peggiori, rispetto a loro coetanei, in test che utilizzano il computer per misurare la "velocità di elaborazione visiva, la capacità di attenzione e l'impulsività". Sempre secondo gli esperti, si tratta in questo caso, di un insieme di sintomi che pur non consentendo di fare una diagnosi precisa di autismo, sembrano comunque dimostrare l'esistenza in questi bambini di disturbi dello spettro autistico.
Il paracetamolo danneggia lo sviluppo neuropsicologico del feto
Il dottor Jordy Julvez, ricercatore presso CREAL e co - autore di questa ricerca, sostiene che il farmaco interferisce pesantemente con lo sviluppo neurologico per una serie di ragioni. Tra queste, bisogna considerare che il paracetamolo, una volta assunto dalla madre, può diminuire il dolore, alterando lo sviluppo dei recettori dei cannabinoidi nei neuroni cerebrali del bambino.
Si tratta di recettori che determinano il modo in cui, crescendo, i neuroni cerebrali si connettono poi tra loro.
Inoltre nel feto, il paracetamolo alteraanche lo sviluppo del sistema immunitario perché, differentemente da quello di un adulto, esso non è in grado di metabolizzarlo. Per tale motivo, il farmaco diventa tossico.
Nonostante queste difficoltà, gli esperti sono convinti che non bisognerebbe però impedire alle donne che aspettano un figlio di assumere ilparacetamolo, ma che sia invece necessario comprendere, grazie a specifiche ricerche, quale siano i dosaggi precisi ed efficaci per risolvere i disturbi materni, dal dolore alla febbre. Dosaggi che non incidano negativamente sullo sviluppo neuropsicologico del feto e, di conseguenza, sul comportamento del bambino dopo la nascita. Ti interessa la ricerca scientifica? Clicca il tasto segui.