Una realtà sempre più importante quella degli integratori, per aziende, per l’occupazione e per i cittadini che, chiamati in misura crescente a pagare di tasca propria i prodotti per la loro Salute, si orientano verso questo mondo. A livello europeo, gli integratori muovono un business da 13 miliardi, con un tasso di crescita del 10% annuo. A Milano, Marco Fiorani, presidente di Federsalus, in rappresentanza delle 160 imprese del settore, ha fatto il punto sul comparto nutraceutico, le criticità e le potenzialità di una categoria di prodotti per la salute, in un mondo in rapida evoluzione.
XVII Convention di Federsalus sugli integratori
Anche quest’anno l'Associazione nazionale produttori e distributori prodotti salutistici, Federsalus, ha potuto presentare un bilancio positivo. Il mercato degli integratori vale oggi in Italia bel 2,6 miliardi di euro, una fetta consistente del mercato europeo che è complessivamente di 13 miliardi. Un business che si affianca ai farmaci da prescrizione di cui, nelle farmacie, è solo secondo in termini di vendite.
Anche i “pazienti” sono numerosi con almeno 8 italiani su 10 che nell’ultimo anno hanno preso un prodotto “nutraceutico”. Con questo neologismo si intende una via di mezzo tra “nutrizione” e “farmaceutico” ovvero una serie di prodotti per l’alimentazione che si immagina abbiano anche una specifica funzione benefica sulla salute umana.
Gli integratori alimentari sono spesso compresi nei nutraceutici.
C’è stata una evoluzione nel campo degli integratori, ora vengono usati per rispondere a specifici problemi clinici come l’oftalmologia, la neurologia o la sindrome metabolica. Ma sono molto usati anche nella prevenzione. Negli ultimi vent’anni il consumo di prodotti come integratori, sali minerali e vitamine è quadruplicato, spesso dietro prescrizione e/o suggerimento del medico o del farmacista.
Non sono pochi quelli che si documentano direttamente in rete e si auto-prescrivono degli integratori: un problema che preoccupa perché non sempre le informazioni sulla rete sono corrette, così come non sempre il paziente ha piena consapevolezza dei vantaggi e dei rischi che questo comporta.
Anche il nutraceutico deve passare il vaglio del parere scientifico
Il 65% dei medici di medicina generale (mmg) e il 41% degli specialisti prescrivono regolarmente prodotti nutraceutici. Per questo da più parti viene richiesto un maggiore rigore scientifico nel gestire questi prodotti, come delle linee guida standardizzate, e universamente accettate, nella sperimentazione della loro efficacia, delle informazioni più precise sul livello nutrizionale e indicazioni su quando prenderli per rispondere a specifici problemi di salute.
Un prodotto nutraceutico può essere studiato come una molecola (farmaco) tradizionale arrivando a delle valutazioni molte accurate sulla sua efficacia. Studi di questo tipo hanno confermato, ad esempio, il valore salutistico (preventivo e terapeutico) dei probiotici, delle alghe, dei flavonidi, dei carotenoidi, e di molte altri prodotti di origine naturale.
E in questo contesto che è stata presentata da Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) la prima “Review scientifica sugli integratori alimentari", edito da Edra. Una ricerca a cui hanno partecipato otto tra i maggiori esperti nazionali di questo settore. Il risultato è un documento utile a testimoniare lo stato dell’arte nel rapporto tra alimentazione e salute, affrontando numerosi temi che vanno dai moderni stili di vita agli integratori, all’uso degli integratori per rispondere a specifiche esigenze, dai problemi cardiovascolari al declino cognitivo.
In un mondo in rapida evoluzione, quello degli integratori, e dei nutraceutici in generale, può rappresentare anche un importante voce di risparmio. Si stima, infatti, che grazie all’uso diffuso di questi prodotti le condizioni di salute migliorano, con un risparmio complessivo per il SSN di oltre 37 milioni di euro l’anno.