L'ipotiroidismo è una patologia che si manifesta quando la tiroide, ghiandola molto importante per il nostro organismo, smette di funzionare correttamente o viene asportata in seguito ad un tumore. Radio Cusano Campus ha intervistato il professor Andrea Giustina, docente di endocrinologia presso l'Università di Brescia. In particolare, l'esperto ha messo in guardia su una certa superficialità che spesso si utilizza nel curare l'ipotiroidismo.

Il trattamento non è per niente facile

I dati statistici mostrano come, in presenza di ipotiroidismo, circa il 50% dei pazienti venga trattato in modo inadeguato e, di conseguenza, poco efficace.

Il professor Giustina, commentando questi numeri, rivela che in merito a questa patologia c'è un pericoloso luogo comune: che sia piuttosto semplice da curare.

Infatti, diversi medici e pazienti pensano che basti assumere una pillolina di tiroxina, che riproduce l'ormone prodotto dalla tiroide, per risolvere il problema. In realtà per far sì che la terapia funzioni, è necessario seguire una serie di indicazioni precise. Su tutte, bisogna sempre ricordare che il cibo va ad interferire con l'assunzione dell'ormone, quindi è bene che la pillola vada presa a digiuno, tra i 30 e i 60 minuti prima di fare colazione. Il docente sottolinea che, se non si seguono queste semplici regole, col tempo la cura non ha alcun effetto e rischia di veder peggiorare le condizioni del paziente.

Grazie alla ricerca, in questi ultimi tempi sono stati immessi sul mercato dei farmaci a base di tiroxina che aiutano coloro i quali hanno problemi di ipotiroidismo a curarsi in maniera corretta. Ad esempio sono in vendita delle forme liquide dell'ormone, da assumere pochi minuti prima della colazione, andando incontro, così, alle esigenze dei pazienti che devono svegliarsi presto la mattina per motivi di studio o di lavoro.

Inoltre, il professor Giustina ricorda anche che esistono varie tipologie di tiroxina: la T4, quella più comunemente prescritta, e la T3 che, invece, è la forma attiva dell'ormone.

Ci sono, infatti, persone che non riescono a convertire la T4 in T3 e, in questo caso, dopo essere state sottoposte a tutti gli accertamenti del caso, possono seguire un trattamento a base di assunzione diretta di T3.

Infine il docente invita tutti coloro i quali soffrono di ipotiroidismo, a non fermarsi alla terapia, ma a sottoporsi costantemente a dei controlli per evitare di trascurare la problematica e di andare incontro ad ulteriori problemi.