La notizia che andiamo a comunicare permette di farci tirare un sospiro di sollievo ad appena tre giorni dalla sua scoperta e parla di un farmacoantibioticoumano,scoperto in Germania dal ricercatore Andreas Peschel insieme ad altri colleghi dell'università di Tubinga. Da qualche tempo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ci avvisa della nuova era post antibiotica cui ci si sta indirizzando, a causa dell'uso sconsiderato di farmaci utilizzati anche per il più piccolo raffreddore. Ma cos'è l'antibiotico e che funzione ha? La Scienza medica c'insegna che questo farmaco è creato grazie a un microrganismo in grado di 'ucciderne' altri, ed è capace di rallentare o fermare l'espansione dei batteri nel corpo umano bloccandone la riproduzione.
Il farmaco antibiotico è sempre risultato efficace contro i batteri ma non sui virus e oggi sembra essere diventato sempre più 'debole' se non addirittura inefficace.
Breve storia dell'antibiotico
Gli antibiotici sono stati scoperti a fine 1800 grazie alle muffe capaci di produrre delle sostanze battericide in grado di curare alcune malattie, ma la loro vera rivoluzione avvenne nel 1928 con l'ingresso della penicillina scoperta casualmente dal medico, biologo Alexander Fleming; un risultato che lo portò nel '45 a vincere il premio nobel per la medicina. Ovviamente come tutte le scoperte scientifiche, è indispensabile la bravura degli scienziati ma anche una buona dose di fortuna che li porti alla scoperta di nuovi farmaci innovativi;com'è avvenuto allo scienziato tedesco insieme ai suoi colleghi studiando il batterio dello stafilococco aureo, chiamato anche Mrsa, che 'vive' all'interno della cavità nasale e della faringe di un umano su tre senza creargli problemi di salute.
Ultimamente è sembrato che in 2 casi su 100, questo batterio presentasse una particolare resistenza a più tipi di antibiotico e una volta immessosi nel circolo sanguigno umano, se non combattuto in tempo può portare la morte.
La nuova scoperta scientifica
Causa l'abuso di farmaci, il dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza, comunica che l'Italia è uno dei luoghi più colpiti dallo stafilococco aureo e che avrebbe una resistenza agli antibiotici in una percentuale di 35 casi su 100.
La scoperta fatta all'università tedesca di Tubinga risulterebbe essere una buona notizia se pensiamo ai dati registrati in Italia e anche negli Stati Uniti dove il batterio provoca una media di 11.000 morti l'anno. Gli scienziati sono arrivati alla scoperta studiando il comportamento di 90 tipi di batteri che 'vivono' nelle cavità nasali, prelevati su 187 pazienti ricoverati; molti di quelli che ospitavano il batterio antagonista, nominato 'lugdunensis', hanno riscontrato una minore probabilità di ospitare nelle mucose lo stafilococco aureo.
Lo studio di questi due batteri ha riscontrato una vera e propria guerra molecolare tra loro e a far notare che il lugdunensis avrebbe 'la meglio' sull'aureus, grazie alla produzione di un tipo di antibiotico umano denominato lugdunina. Adesso la scienza è rivolta a questa molecola antibiotica, che comunque non può essere definita inoffensiva per l'uomo anche se è in grado di vincere la lotta contro lo stafilococco aureo; ma quello in cui sperano questi ricercatori che hanno fatto la scoperta, è di riuscire in pochi anni a trasformarla in un farmaco testato e pronto all'utilizzo.