Il digiuno intermittente è un approccio dietetico utilizzato di recente per la perdita di peso nei soggetti in sovrappeso e obesi. Ma è efficace anche per coloro che fanno sport?
I ricercatori del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova hanno pubblicato nell’ottobre 2016, sulla rivista Journal of Translational Medicine, uno studio condotto su 34 soggetti allenati con esercizi fisici di resistenza. Un gruppo è stato sottoposto ad un periodo di digiuno intermittente (per 2 mesi); ad un altro è stata somministrata una dieta classica.
L’apporto calorico è stato lo stesso nei due gruppi, ma distribuito in un tempo diverso nell’arco della giornata. Quello a digiuno per 16 ore al giorno ha consumato il fabbisogno calorico in un periodo di 8 ore, suddiviso in 3 pasti: alle ore 13, 16, 20.
Il gruppo che ha seguito la dieta normale, invece, ha assunto gli alimenti nell’arco di 12 ore: alle 8, alle 13 e alle 20.
Al termine dello studio la massa grassa è risultata inferiore nei soggetti del digiuno intermittente, rispetto a quelli della dieta normale; mentre la massa magra e la forza massima si sono mantenute costanti in entrambi.
L’adiponectina (ormone stimolante l’ossidazione degli acidi grassi) è aumentata in modo significativo nel digiuno intermittente, mentre non ci sono stati cambiamenti sui parametri metabolici (colesterolo totale, l’HDL, l’LDL o i trigliceridi).
Digiuno nella pratica religiosa
L’astinenza volontaria dall’assumere gli alimenti per un periodo di tempo definito, è una pratica ascetica nota da secoli, spesso associata a tradizioni religiose e spirituali, riportate nel Vecchio Testamento e in altri testi antichi, come il Corano e il Mahabharata.
Può essere effettuata ingerendo poco (o nessun) cibo per periodi che vanno dalle 12 ore alle 3 settimane; i Musulmani, per esempio, digiunano dall’alba al tramonto durante il periodo del Ramadan; mentre i Cristiani, i Buddisti, gli Ebrei e gli Indù lo fanno per giorni o periodi interi.
Negli ultimi anni sono emersi altri tipi di digiuno, da seguire per 8-12 settimane. Non sono correlati alla pratica religiosa, ma finalizzati a migliorare il profilo metabolico (lipidi, glucosio, insulina), ridurre la pressione sanguigna, i markers di infiammazione (citochine come TNF e IL-6) e la massa grassa. Vanno effettuati a giorni alterni: ossia un giorno ad libitum (a volontà), seguito da un giorno di apporto energetico ridotto o nullo, oppure con assunzione bilanciata di macronutrienti da conseguire in una finestra temporale ristretta giornaliera (intermittente).
Quest’ultimo non comporta restrizione calorica (riduzione calorica fino al 40%) e non ha deficienze nutrizionali portatrici di danni metabolici.
Studio clinico
Nel digiuno intermittente, l’apporto di calorie in 8 ore, è stato bilanciato nei macronutrienti (53% di carboidrati, 25% di grassi e 22% di proteine) e distribuito per il 40% a pranzo, il 25% a merenda e il 35% a cena, per 2 mesi.
Tra i pasti non è stato permesso alcuno spuntino, ad eccezione di 20 gr di proteine, 30 min dopo ogni sessione di allenamento.
La spesa energetica a riposo non è cambiata, dunque il metabolismo non si è rallentato.
Il metodo sta diventando sempre più popolare perché consente di perdere massa grassa e mantenere massa muscolare ed è di facile esecuzione.