L’emicrania è una malattia multifattoriale che influenza il sistema nervoso centrale e periferico. Alcuni ingredienti contenuti negli alimenti e nelle bevande possono innescarla nei soggetti suscettibili, entro 12 ore dall’ingestione, mentre altri sono capaci di prevenirla.

E’ quanto dimostrato in due lavori pubblicati sulla rivista Headache, nell’ottobre 2016, dai ricercatori del Department of Internal Medicine, University of Cincinnati, Usa, dopo un’attenta analisi degli studi clinici finora disponibili.

Hanno identificato una correlazione significativa tra composti induttori di mal di testa nei soggetti predisposti: il glutammato monosodico (additivo alimentare), è risultato quello maggiormente implicato, seguito dal dolcificante aspartame, dal glutine (frumento, orzo, farro, segale), dall’istamina (cioccolato, formaggi, crostacei, ad esempio), dall’alcol (vino rosso e birra); l’eliminazione dalla dieta di queste sostanze, alimenti, ha ridotto in modo significativo l’emicrania.

L’assunzione, invece di integratori naturali, estratti dagli alimenti, come acidi grassi omega 3, acido folico, magnesio, coenzima Q10, riboflavina, acido alfa lipoico, ha rivelato un’azione preventiva nello scatenamento di questo malessere.

Emicrania e cause

Comune tra adulti, adolescenti e bambini, spesso debilitante, è caratterizzata da mal di testa della durata di 4, 72 ore, con almeno due delle seguenti caratteristiche: unilaterale, pulsante, intensità moderata o severa, o aggravata da un’attività fisica di routine; colpisce circa il 18% delle donne e il 6% degli uomini.

Gli attacchi sono spesso accompagnati da vomito, nausea, sensibilità alla luce (fotofobia) e al suono (fonofobia); secondo le linee guida dell’International Headache Society, viene classificata come episodica o cronica; quest’ultima definita da una durata complessiva di 15 o più giorni al mese.

Le cause sono molteplici (predisposizione genetica, reazioni ormonali e fattori ambientali); alla base possono esserci alterazioni del microcircolo sanguigno (vasodilatazione e rilascio di ossido nitrico), del metabolismo e trasporto dei neurotrasmettitori e degli ormoni sessuali. Gli attacchi acuti vengono trattati con analgesici come antinfiammatori non steroidei e derivati dell’ergotamina, ma circa il 40% della popolazione potrebbe avere benefici da una terapia preventiva.

Interventi dietetici di analgesia e meccanismo di azione

Sono un approccio strategico per migliorare la qualità di vita dei pazienti con sindrome del dolore persistente. Gli acidi grassi polinsaturi omega 6, l’acido linoleico e acido arachidonico (AA), possono indurre dolore (AA è il precursore di composti neuroattivi e vasoattivi coinvolti nel processamento del dolore).

Una buona assunzione di acidi grassi omega 3 (EPA più DHA), competitori dei metaboliti dell’acido arachidonico, ha generato derivati con proprietà analgesiche (ad es. resolvine, neuroprotettine).

L’assunzione di riboflavina (vitamina B2), acido folico (vitamina B9), acido alfa lipoico e coenzima Q10 (potenti antiossidanti) haripristinato la carenza di questi elementi osservata nell’emicrania, associabile ad una disfunzione mitocondriale.

L’aggiunta di magnesio ha ridottola secrezione di adrenalina e distesonervi e muscoli.