La genesi della Depressione è sicuramente multifattoriale e implica aspetti genetici e ambientali che agiscono in maniera sinergica nel determinare l’insorgenza e l’evoluzione della patologia. Nessuno può dirsi immune dalla depressione e persone che mostrano una maggiore sensibilità artistica sembrano essere le più colpite

Da alcuni anni s’indaga sull’ipotesi infiammatoria della depressione supportata da una discreta mole di evidenze scientifiche. La rivista Jama Psychiatry ha pubblicato nel Dicembre 2014 uno studio di metanalisi dal titolo “Effect of Anti-inflammatory Treatment on Depression, Depressive Symptoms, and Adverse EffectsA Systematic Review and Meta-analysis of Randomized Clinical Trials

I ricercatori hanno preso in esame 14 studi internazionali

I ricercatori hanno preso in esame 14 studi internazionali pubblicati nel 2013 su PubMed, Cochrane Central Register of Controlled Trials, EMBASE, PsychINFO e Crinicaltrials.gov.

Dieci di questi studi riguardavano l’uso dei farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), sia in monoterapia che in aggiunta ad altri trattamenti e quattro gli inibitori delle citochine, sostanze prodotte in maniera cospicua nel corso di fenomeni infiammatori per un totale di 6262 pazienti coinvolti.

Gli studi mostrano un’evidente superiorità degli antiinfiammatori sul placebo senza un aumento dei rischi e degli eventi avversi. In particolare una sottoanalisi mostra l’efficacia di un inibitore selettivo della ciclo ossigenasi -2 (COX2) e delle citochine.

Un altro studio condotto in Canada e pubblicato sempre su Jama Psychiatry, seppure condotto su un campione ridotto di soggetti (20 pazienti depressi e 20 persone senza disturbi dell’umore facenti parte del gruppo di controllo), ha messo in evidenza il ruolo dell’infiammazione nella depressione indipendentemente dalla presenza di malattie fisiche.

Lo studio condotto per mezzo della PET ha fornito risultanti fortemente significativi: i pazienti affetti da depressione mostravano segni riferibili a fenomeni infiammatori in proporzione alla gravità dei sintomi depressivi. Il cervello dei pazienti affetti da depressione maggiore aveva un 30% in più d’intensità dell’infiammazione e nei pazienti più gravi la proporzione cresceva.

Una supposizione sempre più plausibile

In definitiva è corretto supporre che esistano delle forme depressive strettamente correlate a fenomeni infiammatori e che tali forme possano beneficiare dell’uso di antiinfiammatori.

Sono stati avviati trials clinici multicentrici per valutare l'effetto degli antiinfiammatori e uno dei centri coinvolti è il centro per i disturbi dell'umore del San Raffaele di Milano, guidato dalla Dottoressa Cristina Colombo.

Secondo la dottoressa in alcuni casi l'infiammazione potrebbe giocare un ruolo scatenante nell'insorgenza della depressione al pari di altri tipi di stress.

Un passo avanti verso una terapia individualizzata?