Secondo un recente studio fatto dall'Istat, la condizione del diritto alla Salute negli ultimi anni, dalla crisi del 2008 in poi, si è enormemente aggravata, tracciando un quadro dalle tinte fortemente fosche e tragiche. Vediamo i dettagli.

Non curarsi perché non si hanno soldi

Molte voci sono state saltate in molte famiglie italiane da quando viviamo questa lunghissima recessione economica, prima fra tutte le cure mediche, e se ovviamente molti di quelli che hanno rinunciato sono anziani, spicca il dato allarmante dei giovani, vere vittime incolpevoli della grande depressione del 2008.

Secondo questo report, l'undici percento dei ragazzi sotto i 18 anni vivono sotto la soglia di povertà, un venti percento in condizioni di disagio economico.

Il legame esistente tra benessere economico e stato di salute è la chiave di lettura di questo studio, infatti maggiore è il benessere in termini di salute e mortalità e maggiore sarà probabilmente, in senso statistico, il benessere economico generale. Causa maggiore del mancato accesso alle cure da parte di molte famiglie italiane è il piano di rientro dal debito di molte regioni italiane, l'ente che di fatto gestisce la Sanità, che hanno dovuto razionalizzare e quindi tagliare molte prestazioni precedentemente gratuite o perlomeno accessibili ad una più vasta platea di cittadini.

Questo ha generato pertanto una riduzione delle prestazioni accessibili universalmente, e potremmo dire senza polemica sterile, una sproporzionata offerta privata delle stesse cure a prezzi ovviamente inaccessibili se non a chi può permetterselo. Altro aspetto perverso per concludere è quell'ambiguità dell'intramoenia, cioè gli stessi medici delle strutture pubbliche possono offrire prestazioni da privati e questo, salvo rare eccezioni, ha creato delle strutture al limite del ricatto, affollando le liste d'attesa per le prestazioni pubbliche a tutto vantaggio degli studi privati che spesso sono collegati agli stessi medici che dovrebbero diligentemente offrire il servizio a tariffa agevolata o gratuita del pubblico.