Gli italiani sono grandi amanti del caffè. Dalla tradizionale moka casereccia all'espresso bevuto al bar con gli amici, ogni occasione è buona per assaporare tutta la sua fragranza e l'inconfondibile bontà. Con il passare del tempo, la modernità e la comodità dell'espresso a portata di mano nelle nostre cucine ha voluto racchiudere il caffè in capsule di plastica. Il tentativo era quello di mantenere le stesse condizioni dell'ottima miscela arabica, ma le capsule in plastica o alluminio sono un pericoloso veicolo dei ftalati. Questi agenti chimici possono modificare irrimediabilmente il sistema riproduttivo.

Lo studio sul caffè in capsula

Un recente studio condotto dall'Università degli Studi di Padova getta qualche ombra sul caffè espresso derivato da capsule e cialde monodose, nel mirino dei ricercatori si troverebbero proprio certi interferenti endocrini presenti negli involucri delle dose. Gli ftalati sono presenti ovunque, in modo particolare nelle materie plastiche affinché agevolino la flessibilità. Quindi senza che ce ne accorgiamo ingeriamo incautamente sostanze che possono portarci all'infertilità? Secondo recenti ipotesi sembrerebbe di si. Detti agenti chimici aumenterebbero velocemente l'incidenza di patologie andrologiche che modificherebbero il sistema riproduttivo.

Il risultato della ricerca

Si dice che una birra al giorno tolga l'infertilità di torno. Questo non vale per i bevitori del classico caffè. In effetti per gli irriducibili dell'espresso fatto in casa o in ufficio si abbasserebbe del venti per cento. Ancora peggio per quelli industrialmente incapsulati in monodose. I test effettuati in laboratorio rivelano come grandi quantità di ftalati possano essere rilasciati dalle capsule in alluminio, plastica e in materiale biodegradabile.

Il dottor Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell'Università di Padova e presidente della Fondazione Foresta Onlus precisa che l'intenzione dello studio non sia quello di demonizzare nessuno ma sì quella di mettere in risalto gli eventuali pericoli.