Si chiama SCED -Solid Cancer Early Detenction- la nuova Biopsia liquida capace di riassumere quasi tutti gli screening oncologici: dalla mammografia, all'HPV test, passando per colonscopie e TAC spirale, arrivando a condensare anche tutti gli screening invasivi a cui vengono sottoposte le persone quando il rischio di neoplasie è quasi certo, come le biopsie degli organi.

Sced permette la diagnosi precoce di più di 100 forme tumorali, partendo da un semplice esame del sangue. È il primo esame diagnostico capace di eseguire la mappatura e il monitoraggio delle mutazioni genetiche coinvolte nelle forme tumorali, è inoltre facilmente ripetibile perché non invasivo.

A studiarlo è stata la Bioscience Genomics dell'Università Tor Vergata di Roma. Permette inoltre di monitorare nel tempo eventuali mutazioni a carico del DNA, che potrebbero portare allo sviluppo di neoplasie e consente di controllare la presenza di marker tumorali prima che il tumore si manifesti, contribuendo a iniziare un percorso terapeutico ancora più efficace. In presenza di neoplasie, Sced permette di evidenziare eventuali marker di resistenza alle terapie antitumorali, consentendo la scelta del trattamento più idoneo e efficace.

Sced può essere eseguito su persone sane o su persone con patologia oncologica già in trattamento. Può dunque essere eseguito da tutte quelle persone sane, con rischio aumentato pr familiarità, in presenza di altre patologie o tutti coloro che conducono stili di vita pericolosi.Può essere eseguito anche dalle persone già colpite da patologie neoplastiche per controllare l'evoluzione e l'andamento della malattia.

Una volta eseguito il prelievo, il campione sarà inviato a Bioscience Genomics, che detiene laboratori a San Marino, Milano e Roma. Sced potrebbe rappresentare una svolta epocale nella prevenzione delle patologie neoplastiche, nonostante al momento sia considerato solo un esame di folle up dei pazienti oncologici, potrà divenire il gold standard nella diagnostica oncologica.