Pochi giorni fa, un gruppo di ricercatori ha pubblicato su "The Lancet", rivista scientifica inglese, i dati finali dei test sul vaccino sperimentale contro il virus Ebola. Non solo il nuovo vaccino, denominato rVSV-ZEBOV, sembra essere efficace, ma pare che esso sia anche sicuro e privo di effetti collaterali per donne in gravidanza, bambini ed adolescenti.

La sperimentazione

A dirigere e organizzare la ricerca è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità, affiancata dal Ministero della Salute della Guinea e della Sierra Leone. Gli studiosi hanno utilizzato un particolare metodo di sperimentazione, già introdotto negli anni '70 per il vaiolo, definito "ad anello": una volta identificato un soggetto affetto dalla malattia, sono stati sottoposti a vaccinazione i familiari più stretti e gli amici e i parenti che lo frequentavano assiduamente.

Tra i 5.837 soggetti sottoposti al trattamento, nessuno ha contratto l’infezione.

I precedenti

I test, i cui risultati sono andati oltre le più rosee previsioni, hanno avuto inizio già nel 2015, quando sono state coinvolte più di 4.000 persone in uno dei paesi più duramente colpiti dal virus. La grande forza di volontà e la necessità di trovare una soluzione ad una delle problematiche più drammatiche degli ultimi anni che, fino al 26 luglio 2015 aveva causato 11.279 morti tra Liberia, Guinea e Sierra Leone, ha portato alla conduzione di una campagna di 12 mesi, che normalmente avrebbe richiesto almeno 10 anni.

Il vaccino

Il rVSV-ZEBOV è stato ottenuto da una versione attenuata di adenovirus animale ingegnerizzata, per produrre una proteina del virus.

La ricerca è stata poi messa a punto dall’Agenzia di sanità pubblica canadese, e il farmaco distribuito dalle compagnie farmaceutiche NewLink Genetics e Merck. Hanno partecipato alla ricerca anche Medici Senza Frontiere, Wellcome Trust e la London School of Hygiene and Tropical Medicine.

Una volta testata l'efficacia del vaccino, la longeva azienda tedesca chimica e farmaceutica Merck si è impegnata nel procurare 300 dosi del farmaco, nel caso in cui in futuro dovessero verificarsi nuove epidemie.