Una notizia riportata dal quotidiano “la Repubblica” parla della marijuana nelle nostre farmacie. A dire il vero siamo ben lontani dalla legalizzazione delle droghe leggere perché non si tratta di poter comprare la cannabis in stile Olanda, ma la notizia è particolarmente importante. SI tratta dell’utilizzo della cannabis a fini terapeutici e che potrà essere comprata anche nelle farmacie, ma sempre dietro prescrizione medica. Disco verde quindi per la cannabis terapeutica di Stato dal prossimo gennaio 2017.

Già pronte le prime forniture

Mancano ancora alcuni dettagli, ma sembra tutto pronto per iniziare questa nuova era per la nostra penisola, per quanto riguarda lo sdoganamento della marijuana da semplice droga a droga terapeutica.

Lo stabilimento chimico militare di Firenze, come riporta la Repubblica, si è detto già pronto ad erogare i primi 20 KG di marijuana, una quantità consona a rispondere alle prime richieste da parte di strutture sanitarie o farmacie. Si completa così l’iter per la legalizzazione terapeutica della famosa “erba” che era iniziato a fine dicembre 2015, con l’approvazione del Decreto prodotto dal Ministero della Salute. Ad un anno di distanza quindi, tutti è pronto per l’inizio di questa sperimentazione con il Ministero della Salute che ha riprodotto il manuale informativo, il cosiddetto “bugiardino” in cui spiega l’utilizzo, la posologia e gli effetti collaterali.

Come funzionerà la novità

Come dicevamo, deve essere il medico curante a preparare la ricetta con la quale presentarsi nei punti vendita e comprare il prodotto.

La marijuana, contrariamente a quanto si pensi, non sarà venduta come ingrediente nella composizione di farmaci preparati appositamente dalle farmacie, ma sarà consumata al naturale. Il Ministero, nel foglietto illustrativo ci tiene a precisare che la Scienza è ancora lontana dallo stabilire con certezza i benefici dell’utilizzo della cannabis come cura o riduzione dei sintomi in determinate patologie, pertanto non si può considerare l’utilizzo della marijuana come terapia, ma solo come trattamento di supporto ad altri trattamenti definiti standard.

L’utilizzo della cannabis potrà essere prescritto solo quando l’utilizzo di altri farmaci antidolorifici, antinfiammatori e cortisonici non produca gli effetti desiderati. La marijuana quindi potrà essere prescritta come analgesico per diverse patologie come la sclerosi o qualsiasi disturbo di natura neurologica. Utilizzabile anche per sedare gli effetti post-chemioterapia, gli effetti spastici o l’anoressia nervosa.

La modalità di somministrazione sono stabilite dal vademecum del Ministero anche se è lasciata al medico la scelta della frequenza e del numero delle somministrazioni. In linea di massima viene spiegato che l’utilizzo può essere tramite decotto, bollendo per 15 minuti i fiori della marijuana, in rapporto di 500 milligrammi per mezzo litro di acqua. In alternativa al decotto, sempre che gli effetti della “tisana” non siano ottimali, si potrà inalare tramite vaporizzatore, 200 milligrammi di marijuana, tramite aerosol. La particolarità di questa novità sanitaria è tale che il Ministero avverte anche degli effetti collaterali dell’utilizzo della cannabis, che poi sono i classici effetti del principio attivo della droga. Allucinazioni, sbalzi di umore, apatia ed anche perdita di memoria sono tra gli effetti collaterali più frequenti per una sostanza che il Ministero ricorda, può dare dipendenza.