La Dieta mima-digiuno si caratterizza sostanzialmente per essere un regime alimentare ipocalorico. Ad ideare questo tipo di regime dietetico è il dottor Longo dell'Istituto di Oncologia molecolare FIRC a Milano che dirige il Longevity Institute della University of Southern California. Tale dieta contiene in minima quantità proteine e zuccheri ma abbonda invece di grassi insaturi.

I risultati della dieta mima-digiuno

La dieta, che sulla scorta di studi precedenti condotti sugli animali, ha evidenziato una riduzione del rischio cardiovascolare, delle patologie cardiache e di quelle legate all'invecchiamento, oltre che del diabete, è stata sperimentata su un campione di 100 soggetti reclutati in California, di età compresa tra i 20 e i 70 anni.

I volontari hanno seguito tale dieta mima-digiuno per alcuni giorni al mese per la durata complessiva di tre mesi.

La dieta consisteva nel consumo di non più di 800-1100 calorie al giorno, pochi zuccheri e proteine. In tale regime dietetico si privilegiavano i grassi insaturi, contenuti ad esempio nell'olio extravergine di oliva o nel pesce.

Seguendo questo tipo di regime alimentare, i volontari hanno ottenuto risultati analoghi a quelli che i ricercatori avevano già osservato negli studi condotti sugli animali, ovvero una riduzione dei fattori di rischio per quanto riguarda il diabete, il cancro (in particolare della molecola IGF-1 associata alle neoplasie e al processo di invecchiamento), delle patologie cardiovascolari, oltre che la riduzione del grasso addominale e del fattore infiammatorio CRP.

La dieta non ha comportato la perdita di massa muscolare, che è la conseguenza più temuta delle diete ipocaloriche da parte di chi pratica il bodybuilding.

La dieta mima-digiuno avrebbe anche un effetto anti-invecchiamento. In questo senso negli ultimi anni è aumentato il numero delle ricerche che hanno messo in evidenza questo aspetto: una periodica restrizione calorica avrebbe un effetto benefico sull'organismo.

Ad esempio già solo digiunare per 24 ore basterebbe a mettere in allerta l'organismo, che attiva una serie di risposte difensive: abbassa i livelli di infiammazione, migliora la risposta immunitaria ed anche la capacità delle cellule di eliminare le sostanze di scarto. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Transational Medicine.