La causa di un cittadino francese contro la casa farmaceutica Sanofi Pasteur è arrivata fino a Lussemburgo. La Corte Europea di giustizia, come ultimo grado di giudizio, si è espressa in merito alla richiesta di risarcimento danni da parte di un cittadino francese ammalatosi di sclerosi multipla a seguito di un vaccino contro l'epatite B.
Nesso di causalità riconosciuto se sussistono prove concrete
La Corte Europea, pronunciandosi su questo caso, ha stabilito che l'insorgenza di una malattia a seguito della somministrazione vaccinale può essere provata in tribunale anche in assenza di un consenso scientifico.
Lo stato di buona salute della persona e l'assenza in famiglia di patologie genetiche possono quindi costituire un indizio che assieme altri casi simili registrati possono portare ad un nesso. Si tratta dunque di una sentenza molto importante, che in qualche modo mette in discussione i dogmi della casta scientifica che sostiene, invece, che i vaccini siano sicuri in ogni caso.
Saranno i tribunali nazionali comunque ad assicurarsi che tutti gli indizi forniti possano formare una prova. Ovvero che il vaccino somministrato abbia un difetto o che, in qualche modo, abbia alterato le normali condizioni di salute del paziente. Il tutto dovrà tenere conto, ovviamente, anche della documentazione presentata in difesa dalla controparte.
Nesso di causalità: anche in Italia
E' notizia di Giugno 2017 che la Corte d'Appello civile di Milano ha confermato, con sentenza definitiva, il risarcimento ad una donna di 42 anni che nel 1975 venne sottoposta ad un vaccino quadrivalente che la portarono ad avere problemi di epilessia e motilità. Solo nel 2009 gli venne riconosciuta, in via ufficiale, che l'encefalopatia di cui soffre è dovuta alla somministrazione del vaccino fatto a 6 mesi dalla nascita.
A seguito della diagnosi il padre avviò la causa contro il Ministero della Salute che lo ha portato ai giorni d'oggi ad aver riconosciuto un indennizzo di 863 € mensili a partire da quest'anno e il 30% dell'importo totale dal 1976 (giorno della somministrazione) ad oggi.
Il Codacons, associazione di consumatori, a seguito della trascrizione ufficiale della sentenza, si è subito attivato annunciando una nuova denuncia contro l'Aifa.
Colpevole, a loro dire, di aver diffuso informazioni non corrette sulla pratica vaccinale. Ribadendo l'importanza delle vaccinazioni, il Codacons, pubblica sul proprio sito internet un modulo per i genitori per richiedere indagini pre-vaccinali prima delle somministrazioni.